Sotto il colonnato del Bernini, in piazza San Pietro, tra il continuo flusso dei turisti e dei pellegrini che vanno e vengono davanti alla basilica, c’è un luogo che è diventato un punto di riferimento fondamentale per la vita e la salute di tante persone. Uno spazio franco, a tutela delle persone più vulnerabili e indifese, ma anche un sostegno per chi ne abbia bisogno in un momento complesso o in una fase difficile della propria vita. È l’ambulatorio “Madre di Misericordia”: fu Papa Francesco a volerlo, nel 2017, collocandolo in una posizione non certo casuale. Quell’insegna, nel luogo cardine della storia e della forza della Chiesa, reca con sé un messaggio di vicinanza e solidarietà potente.
(Foto Patimo/Sir)
Al “Madre di Misericordia” non si prenota e non ci sono ticket da pagare. Si arriva, con l’ausilio dei volontari, si prende il proprio numero e si aspetta il proprio turno. Quando è il momento, si entra per essere accolti da un triage analogo a quello che si troverebbe in un qualsiasi ospedale, dove ogni caso viene classificato e indirizzato allo specialista in grado di occuparsene. L’ambulatorio “Madre di Misericordia” è diretto dal dottor Massimo Ralli: ogni giorno vi si rivolgono tra i 60 e i 70 pazienti all’incirca, un numero che si mantiene abbastanza costantemente. All’interno di quelle mura prestano volontariamente il proprio lavoro più di 120 operatori, di cui un centinaio sono medici. Promosso dal Dicastero per il servizio della carità (elemosineria apostolica) è aperto tutti i giorni: il lunedì dalle 8.30 alle 12.30, il martedì dalle 8.30 alle 12.30, il mercoledì dalle 14 alle 17, dal giovedì al sabato sempre dalle 8.30 alle 12.30.
(Foto Sir/Roggero)
Cura e ascolto. Ad aspettare la chiamata sono in tanti, ciascuno con la propria storia e con la propria personale fragilità. C’è chi non ha una casa e vive per strada, c’è chi lavora ma attraversa un momento di ristrettezze, c’è chi non può accedere alle cure sanitarie per mancanza di documenti. Al “Madre di Misericordia” tutte queste persone trovano un sorriso, una mano tesa, ascolto e professionalità e, naturalmente, ricevono prestazioni sanitarie di ogni tipo: dalla medicina generale a quella più specialistica, dalla diagnosi alla terapia. È possibile essere visitati, ma anche avere una prescrizione e ottenere un paio di occhiali nuovi, sostenendo gratuitamente tutta la filiera. “Qui è possibile fare la visita con l’oculista, che effettua la prescrizione – racconta Ralli – poi si riceve un nuovo appuntamento quando è presente l’ottico. A quel punto, si sceglie la montatura e si dà il via alla preparazione delle lenti. Il paziente può passare a ritirarle due settimane dopo”. Ancora, si può avere protesi dentarie, fare analisi, ottenere diagnosi e terapie. “Si accede all’interno dei locali e si passa attraverso a una vera e propria accettazione, si viene trattati esattamente come in qualsiasi ospedale – spiega Ralli – è un passaggio importante per la persona, anche dal punto di vista psicologico. Prevalentemente qui vediamo malattie in stato avanzato, perché spesso sono soggetti che non hanno modo di effettuare alcun intervento di prevenzione, oppure ci troviamo a trattare patologie legate al freddo, alla permanenza per strada. Ad esempio, raffreddori o infezioni che colpiscono i polmoni”.
(Foto Roggero/Sir)
Un nuovo poliambulatorio. Nel corso del mese di novembre a questo si affiancherà un secondo polo sanitario: aprirà a pochi metri di distanza, sempre sotto il colonnato. Sarà intitolato a San Martino, dono del pontefice Leone XIV in occasione della giornata mondiale della povertà e del Giubileo dei poveri, che si celebrerà il 16 novembre. In questo nuovo studio sarà a disposizione anche un servizio di radiologia.
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