Ciò che avete udito fin da principio rimanga in voi
Ciò che avete udito fin da principio rimanga in voi
M Mons. Vincenzo Paglia
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Lettura: 1Gv 2,22-28 |  Chi è il bugiardo se non colui che nega che Gesù è il Cristo? L’anticristo è colui che nega il Padre e il Figlio. Chiunque nega il Figlio non possiede nemmeno il Padre; chi professa la sua fede nel Figlio possiede anche il Padre. Quanto a voi, quello che avete udito da principio rimanga in voi. Se rimane in voi quello che avete udito da principio, anche voi rimarrete nel Figlio e nel Padre. E questa è la promessa che egli ci ha fatto: la vita eterna. Questo vi ho scritto riguardo a coloro che cercano di ingannarvi. E quanto a voi, l’unzione che avete ricevuto da lui rimane in voi e non avete bisogno che qualcuno vi istruisca; ma, come la sua unzione vi insegna ogni cosa ed è veritiera e non mentisce, così voi rimanete in lui come essa vi ha istruito. E ora, figlioli, rimanete in lui, perché possiamo avere fiducia quando egli si manifesterà e non veniamo da lui svergognati alla sua venuta.


Salmo Responsoriale

R. Tutta la terra ha veduto la salvezza del Signore.

Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto meraviglie. Gli ha dato vittoria la sua destra e il suo braccio santo.
R. Tutta la terra ha veduto la salvezza del Signore.

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza, agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia. Egli si è ricordato del suo amore, della sua fedeltà alla casa d’Israele.
R. Tutta la terra ha veduto la salvezza del Signore.

Tutti i confini della terra hanno veduto la vittoria del nostro Dio. Acclami il Signore tutta la terra, gridate, esultate, cantate inni!
R. Tutta la terra ha veduto la salvezza del Signore.


Vangelo : Gv 1,19-28 | Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e leviti a interrogarlo: “Tu, chi sei?”. Egli confessò e non negò. Confessò: “Io non sono il Cristo”. Allora gli chiesero: “Chi sei dunque? Sei tu Elia?”. “Non lo sono”, disse. “Sei tu il profeta?”. “No”, rispose. Gli dissero allora: “Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?”. Rispose: “Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaia”. Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: “Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?”. Giovanni rispose loro: “Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo”. Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

Memoria dei santi Basilio Magno (†379), vescovo di Cesarea e padre del monachesimo in Oriente, e Gregorio di Nazianzo (†389), dottore della Chiesa e patriarca di Costantinopoli.

1 Giovanni 2,22-28. Ciò che avete udito fin da principio rimanga in voi

L’autore della Prima Lettera di Giovanni ha davanti ai suoi occhi da una parte i falsi profeti che tentano di dividere la comunità e, dall’altra i discepoli che non devono averne paura perché posseggono una difesa interiore, l’unzione, che li salva dall’errore. L’unzione è il segno dello Spirito Santo che agisce nel cuore dei credenti. L’autore sacro rassicura che lo Spirito è «veritiero e non mentisce». Già nel discorso di addio ai discepoli, Gesù lo aveva detto ai discepoli: «Il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto» (Gv 14,26). Rimanere nell’“unzione” vuol dire perciò restare fedeli a quella Parola che abbiamo ricevuto fin dal principio e che ci ha generati alla nuova vita. È singolare che in pochi versetti il verbo “rimanere” ricorra ben cinque volte, come a sottolineare sia la preziosità della fedeltà al dono ricevuto sia l’importanza che la comunità non cessi di testimoniarne la forza. La salvezza non dipende primariamente dalle opere che si compiono ma, appunto, dal perseverare nella Parola che ci ha generati. È un rimanere certamente fisico, concreto: è difficile amarsi senza vedersi. Ma il rimanere di cui parla l’autore sacro è soprattutto spirituale, interiore, fatto appunto di ascolto e di obbedienza, di preghiera e di fraternità, di impegno e di servizio generoso. Chi rimane nella comunità in maniera spirituale, ossia con la mente, il cuore e il corpo, nell’obbedienza al Vangelo, rimane in Dio. E in questo consiste la «vita eterna», ossia una vita che non finisce e che neppure la morte potrà distruggere.

Preghiera del tempo di Natale