Chi rimane in Dio non pecca
Chi rimane in Dio non pecca
M Mons. Vincenzo Paglia
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Lettura: 1Gv 2,29–3,6 | Se sapete che egli è giusto, sappiate anche che chiunque opera la giustizia è stato generato da lui. Vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui. Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è. Chiunque ha questa speranza in lui, purifica se stesso, come egli è puro. Chiunque commette il peccato, commette anche l’iniquità, perché il peccato è l’iniquità. Voi sapete che egli si manifestò per togliere i peccati e che in lui non vi è peccato. Chiunque rimane in lui non pecca; chiunque pecca non l’ha visto né l’ha conosciuto.


Salmo Responsoriale

R. Tutta la terra ha veduto la salvezza del Signore.
Oppure: R. Esultiamo nel Signore, nostra salvezza.

Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto meraviglie. Gli ha dato vittoria la sua destra e il suo braccio santo.
R. Tutta la terra ha veduto la salvezza del Signore.
Oppure: R. Esultiamo nel Signore, nostra salvezza.

Tutti i confini della terra hanno veduto la vittoria del nostro Dio. Acclami il Signore tutta la terra, gridate, esultate, cantate inni!
R. Tutta la terra ha veduto la salvezza del Signore.
Oppure: R. Esultiamo nel Signore, nostra salvezza.

Cantate inni al Signore con la cetra, con la cetra e al suono di strumenti a corde; con le trombe e al suono del corno acclamate davanti al re, il Signore.
R. Tutta la terra ha veduto la salvezza del Signore.
Oppure: R. Esultiamo nel Signore, nostra salvezza.


Vangelo: Gv 1,29-34 | Il giorno dopo, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: “Ecco l’Agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua perché egli fosse manifestato a Israele”.
Giovanni testimoniò dicendo: “Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio”.  


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

1 Giovanni 2,29-3,6. Chi rimane in Dio non pecca

Giovanni esorta la comunità a operare nella giustizia, ossia a vivere rimanendo nell’amore di Dio. La giustizia di Dio è l’amore, perché Dio stesso è amore. L’apostolo può affermare che «chiunque opera la giustizia, è stato generato da lui». L’amore – l’agape – è la sostanza della vita cristiana, perché è la sostanza stessa di Dio. Chi vive nell’amore viene da Dio e nel prologo del quarto Vangelo si legge: «A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati» (Gv 1,12-13). Giovanni sa bene che ci troviamo nel cuore del mistero di Dio ed esorta a contemplarne la sostanza: «Vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente!». L’amore di Dio, che salva dal peccato e dalla morte, rende i cristiani “incomprensibili” alla mentalità di questo mondo. C’è, in effetti, una insopprimibile dimensione di estraneità del Vangelo alla mentalità egoista del mondo che richiede ai discepoli una testimonianza dai tratti eroici. L’agape di Dio è radicalmente gratuità, ossia amore senza limite alcuno, compreso l’amore per i nemici. Nella storia della Chiesa infatti non sono mai mancati cristiani che hanno testimoniato l’eroismo dell’amore sino alla effusione del proprio sangue. Ma verrà il tempo in cui la vittoria dell’amore sarà evidente, si imporrà, e i cristiani, che ora vedono come in uno specchio, vedranno il volto del loro Signore «faccia a faccia», come dice Paolo ai corinzi (1Cor 13,12).

Preghiera del tempo di Natale