Festa del Battesimo del Signore
Festa del Battesimo del Signore
M Mons. Vincenzo Paglia
00:00
00:07

Prima Lettura: Is 42,1-4.6-7 | Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto di cui mi compiaccio. Ho posto il mio spirito su di lui; egli porterà il diritto alle nazioni. Non griderà né alzerà il tono, non farà udire in piazza la sua voce, non spezzerà una canna incrinata, non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta; proclamerà il diritto con verità. Non verrà meno e non si abbatterà, finché non avrà stabilito il diritto sulla terra, e le isole attendono il suo insegnamento. "Io, il Signore, ti ho chiamato per la giustizia e ti ho preso per mano; ti ho formato e ti ho stabilito come alleanza del popolo e luce delle nazioni, perché tu apra gli occhi ai ciechi e faccia uscire dal carcere i prigionieri, dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre." 


Salmo Responsoriale

R. Il Signore benedirà il suo popolo con la pace.

Date al Signore, figli di Dio, date al Signore gloria e potenza. Date al Signore la gloria del suo nome, prostratevi al Signore nel suo atrio santo.
R. Il Signore benedirà il suo popolo con la pace.

La voce del Signore è sopra le acque, il Signore sulle grandi acque. La voce del Signore è forza, la voce del Signore è potenza.
R. Il Signore benedirà il suo popolo con la pace.

Tuona il Dio della gloria, nel suo tempio tutti dicono: «Gloria!». Il Signore è seduto sull’oceano del cielo, il Signore siede re per sempre.
R. Il Signore benedirà il suo popolo con la pace.


Seconda Lettura: At 10,34-38 | Pietro allora prese la parola e disse: "In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenza di persone, ma accoglie chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque nazione appartenga. Questa è la Parola che egli ha inviato ai figli d'Israele, annunciando la pace per mezzo di Gesù Cristo: questi è il Signore di tutti. Voi sapete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, cominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nàzaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui." 


Vangelo: Mt 3,13-17 | Allora Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: "Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?". Ma Gesù gli rispose: "Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia". Allora egli lo lasciò fare. Appena battezzato, Gesù uscì dall'acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: "Questi è il Figlio mio, l'amato: in lui ho posto il mio compiacimento".


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

Is 42,1-4.6-7; Sal 29(28); At 10,34-38; Mt 3,13-17

La liturgia di questa domenica, facendo memoria del Battesimo di Gesù, vuole renderci partecipi della sua terza epifania, della terza manifestazione dopo la prima ai pastori nella notte di Natale e la seconda ai magi nell’epifania. E ci unisce alle chiese dell’ortodossia che seguono il calendario giuliano che oggi celebrano il Natale, ricordiamo in particolare i copti al Cairo. Il vangelo del Battesimo ci unisce come in un comune pellegrinaggio sulle rive del Giordano, dove il Signore Gesù si manifesta davanti a tutto il popolo di Israele. L’evangelista Luca – nel brano parallelo – scrive che “il popolo era in attesa” (Lc 3,15). Erano allora e siamo anche noi oggi in attesa di un tempo di pace, di un mondo libero da guerre e conflitti. Il Vangelo riferisce che in tanti uscivano dalle loro case per recarsi dal battista e ricevere un battesimo di penitenza. E proprio in quel luogo – dove la tradizione riteneva che il popolo fosse entrato nella terra promessa – proprio lì il Messia si sarebbe manifestato. E così, in effetti, avvenne. Lì sarebbe apparso – come scrive Isaia - “il servo che io sostengo… e che porterà il diritto alle nazioni”.

Anche Gesù, inizia a scrivere l’evangelista Matteo, lasciò Nazareth e “dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni per farsi battezzare”. E si mescolò tra quel popolo che accorreva per attendere assieme la salvezza, per portare a tutti il diritto e la giustizia. Si mise in fila per ricevere il battesimo quando fosse giunto il suo turno. Già in questo atteggiamento si può leggere l’umiltà di Gesù e l’umiltà che avrebbe caratterizzato l’inviato di Dio come scrive Isaia: “Non griderà, non alzerà il tono, non spezzerà la canna incrinata, non verrà meno, non si abbatterà”. Gesù si presenta subito come un uomo tra la gente, che non chiede privilegi, che non sgomita per sé, che attende assieme a tutti la salvezza dell’intero popolo di Israele. Ma Giovanni, che aveva il cuore affinato dalla preghiera e gli occhi allenati alle Scritture, appena lo vide avvicinarsi, nonostante che fosse tra la folla, assieme a tutti, lo riconobbe come l’inviato di Dio e non voleva battezzarlo: “Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?” Ma dovette cedere davanti all'insistenza di Gesù.

Anche in questa terza epifania, Gesù si manifesta nell’umiltà. L'umiltà di quel Bambino non è di­minuita con la sua crescita nell’età. L’evangelista Luca scrive che a Nazareth Gesù cresceva certo in età, ma anche in sapienza e in grazia, nell’ascolto della Parola e nell’obbedienza al Padre. Cresceva ben diversamente da noi che in genere più cresciamo in età e più ci sentiamo forti e indipendenti e gestori autonomi della nostra vita. E’ quel protagonismo che ci prende e che ci fa restare prigionieri di noi stessi, delle nostre abitudini, rinchiudendoci nelle nostre bolle. Gesù fa esattamente il contrario: scende in mezzo alla gente, si mescola con tutti, si mette in fila con tutti e si fa battezzare come tutti.

Il battesimo di Gesù ci ricorda il cielo che si è aperto su di noi e lo Spirito dell’amore di Dio che ci ha avvolto. Non importa se il battesimo lo abbiamo ricevuto da bambini o da adulti, è comunque sempre un dono, è sempre una grazia che riceviamo gratuitamente dall’alto. E’ il Signore che ci sceglie, prima che noi scegliamo Lui. E ci sceglie non per i nostri meriti, non per le nostre opere, non per le piccole o grandi realizzazioni che possiamo presentare e di cui possiamo gloriarci. Dio ci ha scelti gratuitamente per un suo atto di amore. E ci ama sempre, anche quando non ce ne rendiamo conto. Ed è un amore gratuito ed eterno. Noi possiamo allontanarci da lui, dimenticarci di lui, persino offenderlo. Ma il Signore non si dimenticherà mai di noi. Ecco perché il Battesimo non lo si può ripetere; è una parola d’amore eterno di Dio su di noi. E possiamo applicare anche a noi – se restiamo nel Figlio – le parole del Padre: “Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento”.

Preghiera del tempo di Natale