Leggi le letture del giorno e il commento di Monsignor Vincenzo Paglia
Prima Lettura
Salmo Responsoriale
Seconda Lettura
Vangelo
Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia
Memoria di san Luca, evangelista e autore degli Atti degli Apostoli. Secondo la tradizione fu medico e pittore.
Is 45,1.4-6; Sal 96(95); 1Ts 1,1-5b; Mt 22,15-21
«È lecito o no pagare il tributo a Cesare?», chiedono i farisei per cogliere in fallo Gesù. Sembra una domanda che non ha niente a che fare con la nostra vita e con i nostri tempi. In realtà il Vangelo parla sempre anche a noi, anche oggi. Non è un libro del passato, da rispolverare ogni tanto o da ascoltare come un’antica storia edificante. Il Vangelo è Dio che parla a me, a noi, oggi. Gesù non parla come i sapienti di questo mondo che interpreta-no ogni cosa ma non dicono quello che ci cambia per davvero, cioè “ti amo” o “seguimi”.
Gesù sfugge all’insidiosa imboscata trasferendo la questione dal piano ideologico (la legittimità del paga-mento del tributo) a quello pratico. Chiede che gli mostrino un «denaro del tributo», la moneta corrente della zecca di Roma usata in tutto l’Impero. Gesù domanda di chi sia l’immagine impressa sulla moneta. Gli rispondono: «Di Cesare». E Gesù: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio». La risposta sconcerta gli ascoltatori. In ogni caso dobbiamo chiederci cosa sia di Cesare e cosa di Dio. Il termine «immagine», usato da Gesù per la moneta, ha certamente richiamato la frase biblica posta proprio all’inizio della Scrittura: «Dio creò l’uomo a sua “immagine”; a “immagine” di Dio lo creò» (Gen 1,27).
Ogni uomo, nessuno escluso, ha impressa l’immagine di Dio nella sua persona. È ineliminabile, perché è più forte del nostro stesso peccato: possiamo deturparla, sfigurarla, mai cancellarla. In questo senso vi è una “santità” che appartiene a ogni uomo, non per suo merito ma, appunto, per dono. Ogni uomo è icona di Dio, creato a sua immagine. Gesù vuole esortare coloro che lo ascoltano a restituire a Dio quello che a lui appartiene, ossia ogni uomo e ogni donna. Che cos’è quindi di Dio? Di Dio è ogni creatura umana. Anzi l’intera creazione. Di Dio è il soffio stesso della vita, che riceviamo e che diamo a lui ogni volta che vogliamo bene e che renderemo a lui nell’ultimo giorno; di Dio è l’amore che rende bello il volto di ognuno e che continua la forza creatrice; di Dio è l’amicizia che unisce gli uomini tra loro, la carità che lui affida perché sconfigga il male. Il cuore, quello che è davvero più nostro e più umano, è di Dio. Rendere a Dio quel che è di Dio vuol dire perciò riconoscere che non siamo padroni di noi stessi e neppure degli altri. E che perciò siamo sempre e solo dei debitori: abbiamo ricevuto tanto, tutto e dobbiamo restituirlo, moltiplicato. Solo l’amore non ruba, non perde, ma si moltiplica, si conserva, si rigenera.
Preghiera degli Apostoli

