L’Agnello e i centoquarantaquattromila
L’Agnello e i centoquarantaquattromila
M Mons. Vincenzo Paglia
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Salmo Responsoriale


Vangelo  


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

Apocalisse 14,1-3.4b-5. L’Agnello e i centoquarantaquattromila

Dopo quella delle due Bestie, Giovanni vede una terza visione: il monte Sion, su cui si erge, glorioso, l’Agnello, Cristo, che ritorna pienamente in scena. Sappiamo già che nel suo simbolismo l’Agnello indica docilità ed esprime un destino sacrificale pasquale. È, dunque, il segno appropriato per Cristo, per la sua morte in croce (è «immolato») ma anche per la sua gloria pasquale. È, infatti, tratteggiato «in piedi» sul monte del tempio: lo stare eretti è segno di vittoria e di gloria. Sion diventa il punto di convergenza di tutta la comunità redenta dal sangue dell’Agnello. Sulle pendici di questo colle sale l’immensa processione degli eletti, dei giusti, dei martiri. L’opposizione con la precedente processione dei seguaci della Bestia è evidente: quelli avevano impresso il marchio della schiavitù e della violenza, questi invece recano il sigillo di Dio e di Cristo. Per quanto il male si adoperi contro i credenti, nessuno è in grado di strapparli dalla mano di Dio. I centoquarantaquattromila, più che rappresentare la comunità che ha raggiunto il cielo, rappresentano i credenti che si trovano ancora esposti agli attacchi del Nemico. Sono i cristiani fedeli all’ascolto del Vangelo e perseveranti nella sequela del Signore «ovunque vada», fino alla morte, fino al martirio. Essi sono i «riscattati della terra», sono dunque proprietà e possesso del Signore: «Sono vergini, infatti», ossia non si sono contaminati con gli idoli di questo mondo (la fornicazione è sempre simbolo di idolatria). Costoro – continua l’apostolo – «sono stati redenti tra gli uomini come primizie per Dio e per l’Agnello». Non saranno abbandonati al cieco destino del mondo; sulla loro fronte è segnato il nome di Dio e dell’Agnello, non quello della Bestia. Essi, e solo essi, possono comprendere il canto che scende dal cielo (è la comunione con Dio e i santi) e unirsi nella lode al Signore.

Preghiera per i poveri