Accogliere lo schiavo come un fratello
Accogliere lo schiavo come un fratello
M Mons. Vincenzo Paglia
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Salmo Responsoriale


Vangelo  


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

Filemone 7-20. Accogliere lo schiavo come un fratello

Il brano della lettera che abbiamo ascoltato costituisce quasi tutto il testo di un biglietto autografo che l'apostolo Paolo inviò dalla sua prigione – probabilmente a Efeso – al suo amico Filemone chiedendogli di riaccogliere a casa Onesimo, lo schiavo che era fuggito probabilmente per un furto che aveva commesso. Onesimo trovò rifugio presso l'apostolo che lo accolse riuscendo anche a convertirlo alla fede cristiana, come aveva fatto anche con Filemone. In certo modo, sia l'uno che l'altro, il padrone e lo schiavo, erano "figli" dell'apostolo nella fede. Nelle poche righe scritte da Paolo appare l'intensità della sua passione apostolica: si lega a tal punto allo schiavo da guadagnarlo al Vangelo e, non potendo trattenerlo presso di sé pur avendone bisogno, lo rinvia all'amico Filemone perché lo riaccolga nella sua casa «non più però come schiavo, ma molto di più che schiavo, come fratello carissimo». In questa breve affermazione vi è lo scardinamento in radice della schiavitù. L'apostolo non chiede l'abolizione della legge, ma molto di più: lo sradicamento totale della schiavitù per affermare il primato assoluto della "fraternità". Dovranno passare secoli perché questa raccomandazione di Paolo trovi la sua realizzazione legislativa nel mondo occidentale. D'altra parte si tratta di una rivoluzione profonda che potremmo dire iniziava a muovere i suoi primi passi proprio attraverso il nuovo rapporto tra Filemone e Onesimo chiesto dall'apostolo. Paolo chiede a Filemone di accogliere lo schiavo come lui stesso: «Se dunque tu mi consideri amico, accoglilo come me stesso». La memoria di Onesimo è opportuna per aiutarci ad aprire ancor più gli occhi sulla società contemporanea che è segnata ancora oggi gravemente da tante schiavitù. Non è più la schiavitù tradizionale suggellata anche dalla legge. Ma in non pochi Paesi del mondo sono nate tante altre forme di schiavitù che soggiogano uomini e donne, compresi bambini, alla volontà assoluta di padroni violenti. Basti pensare al dramma del traffico di esseri umani, al lavoro forzato a cui sono costretti tanti emigrati, alle moderne schiavitù con motivazioni economiche o di ordine sessuale. Sono piaghe che colpiscono numerosissime persone ovunque nel mondo. La memoria di Onesimo, lo schiavo che fu "salvato" da Paolo, scuota il torpore di tanti di fronte alle innumerevoli forme delle moderne schiavitù. Per noi credenti, l'impegno dell'apostolo Paolo è un pressante invito ad accogliere la forza della libertà del Vangelo che chiede di salvaguardare la dignità di tutti a partire dai più deboli, anche dagli schiavi di oggi.

Preghiera per la Chiesa