«Siate santi, perché io sono santo»
«Siate santi, perché io sono santo»
M Mons. Vincenzo Paglia
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Lettura: Lv 19,1-2.11-18 | Il Signore parlò a Mosè e disse: "Parla a tutta la comunità degli Israeliti dicendo loro: 'Siate santi, perché io, il Signore, vostro Dio, sono santo. Non ruberete né userete inganno o menzogna a danno del prossimo. Non giurerete il falso servendovi del mio nome: profaneresti il nome del tuo Dio. Io sono il Signore. Non opprimerai il tuo prossimo, né lo spoglierai di ciò che è suo; non tratterrai il salario del bracciante al tuo servizio fino al mattino dopo. Non maledirai il sordo, né metterai inciampo davanti al cieco, ma temerai il tuo Dio. Io sono il Signore. Non commetterete ingiustizia in giudizio; non tratterai con parzialità il povero né userai preferenze verso il potente: giudicherai il tuo prossimo con giustizia. Non andrai in giro a spargere calunnie fra il tuo popolo né coopererai alla morte del tuo prossimo. Io sono il Signore. Non coverai nel tuo cuore odio contro il tuo fratello; rimprovera apertamente il tuo prossimo, così non ti caricherai di un peccato per lui. Non ti vendicherai e non serberai rancore contro i figli del tuo popolo, ma amerai il tuo prossimo come te stesso. Io sono il Signore.'" 


Salmo Responsoriale

R. Le tue parole, Signore, sono spirito e vita.

La legge del Signore è perfetta,
rinfranca l’anima;
la testimonianza del Signore è stabile,
rende saggio il semplice.
R. Le tue parole, Signore, sono spirito e vita.

I precetti del Signore sono retti,
fanno gioire il cuore;
il comando del Signore è limpido,
illumina gli occhi.
R. Le tue parole, Signore, sono spirito e vita.

Il timore del Signore è puro,
rimane per sempre;
i giudizi del Signore sono fedeli,
sono tutti giusti.
R. Le tue parole, Signore, sono spirito e vita.

Ti siano gradite le parole della mia bocca;
davanti a te i pensieri del mio cuore,
Signore, mia roccia e mio redentore.
R. Le tue parole, Signore, sono spirito e vita.


Vangelo: Mt 25,31-46 | Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: "Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi". Allora i giusti gli risponderanno: "Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?". E il re risponderà loro: "In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me". Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: "Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato". Anch'essi allora risponderanno: "Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?". Allora egli risponderà loro: "In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l'avete fatto a me". E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna". 


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

Memoria di san Policarpo (†155), discepolo dell’apostolo Giovanni, vescovo e martire.

Levitico 19,1-2.11-18. «Siate santi, perché io sono santo»

Il brano del Levitico è racchiuso tra due comandi, che fanno da corona a una sorta di decalogo riportato dall'autore sacro: «Siate santi, perché io, il Signore, vostro Dio, sono santo», e: «Amerai il tuo prossimo come te stesso». Dio e prossimo sono anche qui collegati dalla Parola di Dio, ma in modo diverso dal duplice comandamento dell'amore di Dio e del prossimo. La santità è la condizione stessa di Dio. Egli cioè è altro da noi, separato, trascendente, ma non rinchiuso nella sua esistenza. Dio chiede a noi di partecipare alla sua stessa vita. Ecco allora l'invito: «Siate santi». Sembra dirci: non abbiate paura di prendere parte al mio stesso modo di essere, alla mia perfezione. L'amore per il prossimo realizza l'invito alla santità, rende possibile ad ognuno di partecipare alla vita divina e alla sua condizione. All'interno di questi due inviti si racchiudono dei comandi che tracciano il modo concreto per divenire santi. Alcuni di essi sono simili al Decalogo di Esodo 20: «Non ruberete né userete inganno e menzogna a danno del prossimo». Quest'ultimo viene in parte ripreso anche ai versetti 15 e 16, dove si parla dell'ingiustizia nel tribunale e della calunnia. I comandi riguardano soprattutto il prossimo che è nel bisogno: non opprimere il prossimo né privarlo dei suoi beni, pagare l'operaio, non maledire il sordo e non ostacolare il cieco, giudicare con giustizia in tribunale, non spargere calunnie e non cooperare alla morte del prossimo (ci si riferisce forse alla possibilità di condannare qualcuno per falsa testimonianza, come avvenne ad esempio per Nabot in 1Re 21), non covare odio bensì rimproverare apertamente il prossimo, non vendicarsi né serbare rancore. Come possiamo constatare, nonostante il linguaggio sia segnato dalla prassi giuridica del tempo, questi comandi sono davvero molto attuali e ci aiutano a riflettere su quei comportamenti concreti che ci impediscono di percorrere la via della santità amando il prossimo come noi stessi. Il Signore non ci chiede una misura impossibile. Tuttavia, se pensiamo a quanto ognuno ama se stesso, ci immaginiamo quanto sarebbe diversa la nostra vita se vivessimo la stessa misura di amore verso gli altri.

Preghiera per i poveri