Il digiuno accetto a Dio
Il digiuno accetto a Dio
M Mons. Vincenzo Paglia
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Lettura: Is 58,9b-14 | Allora invocherai e il Signore ti risponderà, implorerai aiuto ed egli dirà: "Eccomi!". Se toglierai di mezzo a te l'oppressione, il puntare il dito e il parlare empio, se aprirai il tuo cuore all'affamato, se sazierai l'afflitto di cuore, allora brillerà fra le tenebre la tua luce, la tua tenebra sarà come il meriggio. Ti guiderà sempre il Signore, ti sazierà in terreni aridi, rinvigorirà le tue ossa; sarai come un giardino irrigato e come una sorgente le cui acque non inaridiscono. La tua gente riedificherà le rovine antiche, ricostruirai le fondamenta di trascorse generazioni. Ti chiameranno riparatore di brecce, e restauratore di strade perché siano popolate. Se tratterrai il piede dal violare il sabato, dallo sbrigare affari nel giorno a me sacro, se chiamerai il sabato delizia e venerabile il giorno sacro al Signore, se lo onorerai evitando di metterti in cammino, di sbrigare affari e di contrattare, allora troverai la delizia nel Signore. Io ti farò montare sulle alture della terra, ti farò gustare l'eredità di Giacobbe, tuo padre, perché la bocca del Signore ha parlato.


Salmo Responsoriale

R. Mostrami, Signore, la tua via.

Signore, tendi l’orecchio, rispondimi,
perché io sono povero e misero.
Custodiscimi perché sono fedele;
tu, Dio mio, salva il tuo servo, che in te confida.
R. Mostrami, Signore, la tua via.

Pietà di me, Signore,
a te grido tutto il giorno.
Rallegra la vita del tuo servo,
perché a te, Signore, rivolgo l’anima mia.
R. Mostrami, Signore, la tua via.

Tu sei buono, Signore, e perdoni,
sei pieno di misericordia con chi t’invoca.
Porgi l’orecchio, Signore, alla mia preghiera
e sii attento alla voce delle mie suppliche.
R. Mostrami, Signore, la tua via.


Vangelo: Lc 5,27-32 | Dopo questo egli uscì e vide un pubblicano di nome Levi, seduto al banco delle imposte, e gli disse: "Seguimi!". Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì. Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C'era una folla numerosa di pubblicani e di altra gente, che erano con loro a tavola. I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: "Come mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?". Gesù rispose loro: "Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano".


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

Memoria di san Pier Damiani (†1072). Fedele alla sua vocazione monastica, amò tutta la Chiesa e spese la sua vita per riformarla. Ricordo dei monaci in ogni parte del mondo.

Isaia 58,9b-14. Il digiuno accetto a Dio

Il brano di Isaia continua la riflessione sul digiuno gradito a Dio. Si ribadisce che esso deve generare la liberazione degli oppressi. Vanno evitati sia «il puntare il dito e il parlare empio», cioè il giudizio malevolo e il parlar male, pratiche tanto diffuse ancora oggi. Il testo riprende un’affermazione dei versetti precedenti, nella quale si chiedeva di «aprire il cuore all’affamato». Non si tratta solo di condividere il cibo con chi ha fame, ma di condividere sé stessi, il proprio cuore con gli altri, soprattutto con i più deboli. Il digiuno che Dio desidera diventa condivisione della propria vita con i poveri. Insomma digiunare dal proprio “io” per legarsi maggiormente al “noi”. Questa scelta, che impegna personalmente, conduce a un cambiamento profondo della propria esistenza che viene diretta verso la fraternità con tutti. Le conseguenze descritte nei versetti seguenti sono chiare: il Signore guiderà colui che sceglie di servire i poveri, gli darà forza e lo renderà come «un giardino irrigato e come una sorgente le cui acque non inaridiscono». L’amore per i poveri cambia radicalmente la vita e la rende punto di riferimento per gli altri, sorgente di vita per il mondo. «Ti chiameranno riparatore di brecce, e restauratore di strade perché siano popolate». Chi serve i poveri rende vivibile, abitabile, una città in rovina. Il testo aggiunge un ultimo invito riguardante il sabato, il giorno del Signore. Esiste infatti una profonda unità tra il fare memoria del Signore nel suo giorno e l’amore per i poveri. Senza l’ascolto della Parola di Dio, senza la memoria del suo amore, ognuno sarà preso da sé stesso e vivrà una religiosità esteriore, piena di pratiche senza un centro e un cuore. Il Signore ci invita nel tempo di Quaresima a vivere con lui, a fare memoria del suo amore, perché possiamo digiunare da noi stessi e donarci agli altri, a partire dai poveri.