Leggi le letture del giorno e il commento di Monsignor Vincenzo Paglia
Lettura
Salmo Responsoriale
Vangelo
Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia
Nella basilica di Santa Maria in Trastevere si prega per la pace.
1 Re 21,1b-16. La vigna di Nabot
L’episodio della vigna di Nabot e della prevaricazione di Acab richiama vicende analoghe presenti nella Scrittura, come il disegno assassino di Davide per avere Betsabea o la falsa testimonianza dei due anziani contro Susanna. E il movente è la sete di soddisfare i propri desideri di possesso, un demone che continua a traversare la storia degli uomini e che riesce con incredibile facilità a creare un clima di complicità che giunge sino all’assassinio. Acab desiderava la “vigna” di Nabot situata accanto alla sua reggia di Izreel, una località che domina la valle omonima nel nord d’Israele. E voleva annetterla al palazzo per trasformarla in un orto, letteralmente in «un giardino di erbaggi». Trasformare una vigna, simbolo della fertilità della terra promessa e della benedizione divina, in un “giardino di erbaggi”, mostra il capriccio del re e la sua stoltezza. Per di più la proprietà di Nabot era legata all’eredità della famiglia e quindi alienarla era non solo cosa vergognosa ma quasi sacrilega. Per questo risponde negativamente alla richiesta di cederla. Il re, riconoscendo le ragioni anche religiose di Nabot, se ne torna al palazzo triste e irritato, ma non prese nessuna decisione. Gezabele, moglie straniera e senza scrupoli, per risolvere la questione pianifica con crudele attenzione un piano organico per far uccidere Nabot e poter quindi prendere la vigna. L’arroganza spinge Gezabele a trovare complici per istruire un processo apparentemente legale ma che deve protare alla morte di Nabot. E prende avvio dall’usanza che prevedeva, ogni qual volta si verificava qualche calamità pubblica, di convocare un’assemblea popolare per conoscerne le cause ed eliminarle. Il pretesto è forse la siccità che si è abbattuta sulla regione. Gezabele prepara ogni cosa perché la colpa ricada su Nabot. Viene accusato da due falsi testimoni di aver maledetto Dio e il re (Es 22,27). E Nabot viene condotto fuori della città e lapidato. L’ambizione e il cinismo della regina cui si aggiunse la complicità degli alti funzionari corrotti ma anche dell’intero popolo che si lascia convincere portano alla uccisione dell’innocente Nabot. Il male è forte ed assieme abile: sa ordire legami di complicità che riescono a tessere una rete insidiosa di complicità che porta, come in questo caso, alla morte di un giusto. E’ una vicenda che richiama in maniera incredibile anche quello che avverrà a Gesù, condannato a morte ingiustamente al termine di un falso processo. Siamo chiamati tutti a non essere complici del male non solo in maniera attiva ma anche non coinvolgendoci nelle situazioni magari per starcene tranquilli. Ma come assistere a tanta ingiustizia che porta sino alla morte di innocenti?
Preghiera per la pace

