Leggi le letture del giorno e il commento di Monsignor Vincenzo Paglia
Lettura
Salmo Responsoriale
Vangelo
Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia
1 Re 18,20-39. Confronto sul Carmelo tra Elia e i profeti di Baal
Il re Acab incontra finalmente Elia e lo accusa di portare alla rovina Israele. Ma Elia gli ricorda la colpa di essersi allontanato da Dio e di aver coinvolto l’intero popolo nell’apostasia. È questa la vera causa che ha portato l’intero paese in una terribile carestia. La situazione era talmente grave da spingere Elia a proporre una sfida aperta con i sacerdoti di Baal. E sceglie proprio il monte Carmelo ove era stato distrutto l’altare costruito da Davide per il culto al Signore e che Acab aveva sostituito per edificarne un altro dedicato a Baal. La scena è grandiosa: da una parte il numeroso gruppo di sacerdoti di Baal e dall’altra il solo Elia: una incredibile sproporzione. Elia vuole che il popolo esca dall’ambiguità e scelga nuovamente Dio come suo unico Signore. Il regno del nord in effetti viveva in un clima ambiguo. Lo stesso Abdia, ministro di Acab, anche se aveva salvato cento profeti del Signore quando la regina Gezabele voleva sterminarli, restava comunque fedele al re (v.13). Ma anche il popolo viveva una distanza da Dio, a cui riservavano le solennità, e la vita ordinaria che veniva messa sotto la protezione di Baal (chiedere la pioggia, la fertilità dei campi, la fecondità del bestiame e anche della famiglia). Elia stigmatizza che non è possibile servire Baal e Dio; non si può avere il cuore diviso. Elia vuole ristabilire integra l’alleanza e chiede a tutto il popolo: “Fino a quando zoppicherete con i due piedi?”; ossia: “fino a quando volete servire due padroni?”. Nel Deuteronomio il Signore avverte: “Ascolta, Israele, il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo. Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze” (6,4-5). Il precetto da cui tutto discende afferma: “Io sono il Signore tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d’Egitto, dalla condizione ser-vile. Non avere altri dèi di fronte a me” (5,6-7). Il Dio d’Israele, come mostra ogni pagina della Scrittura, è un Dio geloso, che non sopporta altri dèi accanto a sé. È un Dio unico e indiviso che richiede un cuore altrettanto integro e indiviso. E se il popolo non ricorda la storia di amore con cui Dio l’ha accompagnato, deve almeno lasciarsi toccare dalla sua forza. Baal è muto ed impotente. Il Signore parla ed è forte. Invano i profeti di Baal “gridano” la loro supplica. Elia si burla di loro e si erge come nuovo Mosè che prega il “Dio di Abramo, Isacco e Israele” e che restaura l’alleanza. Come Mosè, infatti, costruisce un altare con dodici pietre, simbolo dell’unità d’Israele. Sul monte Carmelo il popolo di Israele, per il tramite di Elia, ritrova il suo cuore e ancora una volta lo dirige verso il Signore che l’ha salvato dalla schiavitù dell’Egitto ed ora da quella dei tan-ti idoli di questo mondo.
Preghiera con i santi

