Festa del Corpo e Sangue di Cristo
Festa del Corpo e Sangue di Cristo
M Mons. Vincenzo Paglia
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Leggi le letture del giorno e il commento di Monsignor Vincenzo Paglia


Prima Lettura 


Salmo Responsoriale

 


Seconda Lettura 


Vangelo


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

Dt 8,2-3.14b-16a; Sal 147; 1Cor 10,16-17; Gv 6,1-17

Oggi si celebra la festa del Corpus Domini. Fu istituita in un momento del cristianesimo europeo in cui molti mettevano in dubbio la presenza di Cristo nell’Eucarestia, svuotando così della sua forza la Santa Liturgia, cuore della vita cristiana. Istituendo questa festa la Chiesa voleva che i suoi figli comprendessero e soprattutto vivessero la forza della presenza di Gesù nel pane e nel vino consacrati. E da allora la ripropone ogni anno. Il Vangelo di Giovanni ce ne svela il senso profondo riportando le parole che Gesù pronunciò nel noto discorso nella sinagoga di Cafarnao che sconcertò non pochi discepoli, quando disse: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e il lo risusciterò l’ultimo giorno. Poiché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, rimane in me e io in lui” (Gv 6, 56). Molti discepoli si scandalizzarono per la crudezza di queste parole e – nota con tristezza l’evangelista – “tornarono indietro e non andavano più con lui”. Rimasero solo i Dodici. Essi sperimentarono la forza di queste parole quando nella ultima cena pasquale Gesù spezzò il pane e lo diede loro come il suo corpo e il calice del vino come il suo sangue.

E da allora la Chiesa ha continuato lungo i secoli ininterrottamente a celebrare quella santa cena che edifica i discepoli di ogni tempo, di ogni generazione, anche noi, nell’unico Corpo di Cristo. Sempre e ovunque, anche noi momenti difficili, il pane e il vino consacrati, sono compresi come presenza reale di Gesù. Non un simbolo, ma Gesù presente con il suo Corpo, il suo amore, la sua forza edificatrice e consolatrice. Lo vissero quei preti che, anche nei campi di concentramento: quel piccolo pezzo di pane e quelle poche gocce di vino che consacravano erano la presenza reale di Gesù accanto a loro. Una presenza reale di Gesù come un corpo “spezzato”, come un sangue “versato”, un corpo che si fa pane e bevanda per nutrire e dissetare tutti. Quell’ostia consacrata mentre è uno scandalo per un mondo che vive per se stesso, è un nutrimento per la Chiesa – per noi - perché viva per la salvezza degli altri.

E’ bella la tradizione delle processioni con l’Ostia consacrata per le strade delle città. Noi traverseremo le navate della Basilica affacciandoci sulla piazza come a voler toccare l’altro altare di Cristo, quello dei poveri. Questi due altari racchiudono la vita e la missione della Chiesa. Papa Francesco ha scelto di erigere – in consonanza con questa festa del Corpus Domini - la festa del Verbum Domini che si celebra all’inizio dell’anno. Due feste che, assieme alla terza, la festa dei poveri, che chiude l’anno liturgico, scandiscono l’intero anno liturgico perché tutti noi apprendiamo a scandire i giorni con il triplice servizio: all’Eucarestia, alla Parola di Dio e ai Poveri. Tre culti legati all’unica presenza reale di Cristo. E in questo tempo nel quale vediamo crescere il numero dei poveri e delle vittime della violenza sentiamo la forza delle antiche parole del grande vescovo, Giovanni Crisostomo: «Se volete onorare il corpo di Cristo, non disdegnatelo quando è ignudo; non onorate il Cristo eucaristico con paramenti di seta, mentre fuori del tempio trascurate quest'altro Cristo che è afflitto dal freddo e dalla nudità». Benediciamo il Signore, care sorelle e cari fratelli, per quanto apprendiamo proprio da questa Basilica a non separare mai il servizio all’Altare, alla Parola e ai Poveri. Tre altari, un unico Cristo. Lasciamo che il Corpo e il Sangue di Cristo ci trasformino per essere anche noi Corpo di Cristo che continua a spezzare il suo corpo e a versare il suo sangue per la salvezza degli uomini.

Preghiera nel giorno del Signore