Dio ci dona tutto per una vita santa
Dio ci dona tutto per una vita santa
M Mons. Vincenzo Paglia
00:00
00:07

Leggi le letture del giorno e il commento di Monsignor Vincenzo Paglia


Lettura 


Salmo Responsoriale


Vangelo  


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

Nella basilica di Santa Maria in Trastevere si prega per i malati.

2 Pietro 1,2-7. Dio ci dona tutto per una vita santa

L’apostolo Pietro apre con solennità questa sua seconda lettera. Si presenta con il nome datogli da Gesù per sottolineare che l’autorevolezza di “apostolo” gli deriva dal “nome” che gli è stato dato; ma nello stesso tempo ricorda anche il suo vecchio nome per non dimenticare la sua condizione di umiltà. L’apostolo sa che la vera autorevolezza è quella di essere assieme “servo” e “apostolo” di Gesù: come apostolo è inviato dal Signore e da Lui in tutto dipende, e come servo vuole far comprendere che la sua missione è al servizio della vita della comunità dei discepoli. Dalle parole che scrive emerge la sua preoccupazione perché alcuni falsi maestri stanno avvelenando la vita della comunità cristiana. Sente la sua responsabilità pastorale e si rivolge ai membri della comunità per riproporre la centralità della fede in Gesù, mettendoli in guardia da coloro che vogliono allontanarli dal Vangelo che resta l’unica via per giungere alla “conoscenza di colui che ci ha chiamati”. La Parola evangelica è la sorgente della nuova vita e del nuovo modo di comportarsi dei cristiani. L’apostolo suggerisce una sorta di itinerario spirituale per il credente perché cresca nella conoscenza e nell’amore di Gesù. Avverte che è dalla fede, ossia dall’adesione al Vangelo, che si snoda l’intera vita del cristiano che trova il suo culmine nell’amore, in quel comandamento nuovo che Gesù ha consegnato ai suoi discepoli. Scrive perciò ai credenti: “mettete ogni impegno per aggiungere alla vostra fede la virtù, alla virtù la conoscenza, alla conoscenza la temperanza, alla temperanza la pazienza, alla pazienza la pietà, alla pietà l'amore fraterno, all'amore fraterno la carità”. Tutto si conclude e realizza pienamente solo nella “carità” (agape), che è più dell’amore fraterno (philadelphia), perché è la richiesta di vivere lo stesso amore gratuito di Dio. Il cristiano perciò è un discepolo che cresce nell’ascolto continuo e attento del Vangelo per divenire in mezzo agli uomini un testimone dell’amore senza confini di Dio. Infatti, quanto più assomigliamo a Dio tanto più questa somiglianza ci spinge a vivere con lo stesso amore. La conoscenza vera di Gesù porta all’amore e salva i credenti dalla cecità e dalla miopia; percorrendo con fedeltà questo cammino spirituale i discepoli di Gesù - scrive Pietro - "non cadranno mai”.

Preghiera per i malati