Lettura Eb 10,11-18 | Ogni sacerdote si presenta giorno per giorno a celebrare il culto e a offrire molte volte gli stessi sacrifici, che non possono mai eliminare i peccati. Cristo, invece, avendo offerto un solo sacrificio per i peccati, si è assiso per sempre alla destra di Dio, aspettando ormai che i suoi nemici vengano posti a sgabello dei suoi piedi. Infatti, con un'unica offerta egli ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati. A noi lo testimonia anche lo Spirito Santo. Infatti, dopo aver detto: "Questa è l'alleanza che io stipulerò con loro dopo quei giorni, dice il Signore: io porrò le mie leggi nei loro cuori e le imprimerò nella loro mente", dice: "e non mi ricorderò più dei loro peccati e delle loro iniquità". Ora, dove c'è il perdono di queste cose, non c'è più offerta per il peccato.
Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia
Ebrei 10,11-18 | L’autore della Lettera sottolinea ancora una volta l’inefficacia dei sacrifici rituali per avere la salvezza. Ricorda anche a noi che la salvezza non la otteniamo attraverso le nostre azioni o l’osservanza delle norme rituali. Nel mistero cristiano – dobbiamo sempre ricordarlo – non è l’uomo che sale verso Dio attraverso i suoi sforzi. È vero il contrario: è Dio che scende sulla terra a salvare l’uomo dalla schiavitù nella quale si trova. La salvezza è opera di Dio e del suo Figlio che ci ha amati sino a dare la sua stessa vita per tutti. A noi viene chiesto di accogliere questo amore che si dona sino alla effusione del sangue sulla croce, pur di salvarci. Dalla croce scaturisce la salvezza. In essa appare il vertice dell’amore di Dio. Non c’è altro possibile vertice dell’amore. Per questo la croce è l’unico sacrificio. Quella morte ha salvato il mondo. E per essa Gesù «si è assiso per sempre alla destra di Dio», come scrive la Lettera. Ritroviamo qui l’eco di quel che l’apostolo Paolo scrive nell’inno della Lettera ai Filippesi: «Umiliò se stesso facendosi obbediente sino alla morte e a una morte di croce. Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra» (2,8-10). L’autore della Lettera agli Ebrei ricorda anche lui che il Signore Gesù, dal trono della sua gloria del cielo, attende che i suoi nemici vengano posti a sgabello dei suoi piedi (cfr. Sal 110,1). Con la sua morte e risurrezione ha sconfitto per sempre il principe del male. E la comunità cristiana che si raduna nella memoria di Gesù morto e risorto – particolarmente nella celebrazione dell’Eucaristia – vive questa vittoria. Sappiamo che dobbiamo ancora attendere la “perfezione” a cui siamo stati chiamati, ma la strada è definitiva: chi prende parte al “corpo” di Gesù ha già raggiunto la salvezza.
Salmo Responsoriale
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Vangelo Mc 4,1-20 | Cominciò di nuovo a insegnare lungo il mare. Si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli, salito su una barca, si mise a sedere stando in mare, mentre tutta la folla era a terra lungo la riva. Insegnava loro molte cose con parabole e diceva loro nel suo insegnamento: "Ascoltate. Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un'altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c'era molta terra; e subito germogliò perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un'altra parte cadde tra i rovi, e i rovi crebbero, la soffocarono e non diede frutto. Altre parti caddero sul terreno buono e diedero frutto: spuntarono, crebbero e resero il trenta, il sessanta, il cento per uno". E diceva: "Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!". Quando poi furono da soli, quelli che erano intorno a lui insieme ai Dodici lo interrogavano sulle parabole. Ed egli diceva loro: "A voi è stato dato il mistero del regno di Dio; per quelli che sono fuori invece tutto avviene in parabole, affinché guardino, sì, ma non vedano, ascoltino, sì, ma non comprendano, perché non si convertano e venga loro perdonato". E disse loro: "Non capite questa parabola, e come potrete comprendere tutte le parabole? Il seminatore semina la Parola. Quelli lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la Parola, ma, quando l'ascoltano, subito viene Satana e porta via la Parola seminata in loro. Quelli seminati sul terreno sassoso sono coloro che, quando ascoltano la Parola, subito l'accolgono con gioia, ma non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa della Parola, subito vengono meno. Altri sono quelli seminati tra i rovi: questi sono coloro che hanno ascoltato la Parola, ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e la seduzione della ricchezza e tutte le altre passioni, soffocano la Parola e questa rimane senza frutto. Altri ancora sono quelli seminati sul terreno buono: sono coloro che ascoltano la Parola, l'accolgono e portano frutto: il trenta, il sessanta, il cento per uno.