La conversione di Paolo
La conversione di Paolo
M Mons. Vincenzo Paglia
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Lettura At 9,1-22 | Saulo, spirando ancora minacce e stragi contro i discepoli del Signore, si presentò al sommo sacerdote e gli chiese lettere per le sinagoghe di Damasco, al fine di essere autorizzato a condurre in catene a Gerusalemme tutti quelli che avesse trovato, uomini e donne, appartenenti a questa Via. E avvenne che, mentre era in viaggio e stava per avvicinarsi a Damasco, all'improvviso lo avvolse una luce dal cielo e, cadendo a terra, udì una voce che gli diceva: "Saulo, Saulo, perché mi perséguiti?". Rispose: "Chi sei, o Signore?". Ed egli: "Io sono Gesù, che tu perséguiti! Ma tu àlzati ed entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare". Gli uomini che facevano il cammino con lui si erano fermati ammutoliti, sentendo la voce, ma non vedendo nessuno. Saulo allora si alzò da terra ma, aperti gli occhi, non vedeva nulla. Così, guidandolo per mano, lo condussero a Damasco. Per tre giorni rimase cieco e non prese né cibo né bevanda. C'era a Damasco un discepolo di nome Anania. Il Signore in una visione gli disse: "Anania!". Rispose: "Eccomi, Signore!". E il Signore a lui: "Su, va' nella strada chiamata Diritta e cerca nella casa di Giuda un tale che ha nome Saulo, di Tarso; ecco, sta pregando e ha visto in visione un uomo, di nome Anania, venire a imporgli le mani perché recuperasse la vista". Rispose Anania: "Signore, riguardo a quest'uomo ho udito da molti quanto male ha fatto ai tuoi fedeli a Gerusalemme. Inoltre, qui egli ha l'autorizzazione dei capi dei sacerdoti di arrestare tutti quelli che invocano il tuo nome". Ma il Signore gli disse: "Va', perché egli è lo strumento che ho scelto per me, affinché porti il mio nome dinanzi alle nazioni, ai re e ai figli d'Israele; e io gli mostrerò quanto dovrà soffrire per il mio nome". Allora Anania andò, entrò nella casa, gli impose le mani e disse: "Saulo, fratello, mi ha mandato a te il Signore, quel Gesù che ti è apparso sulla strada che percorrevi, perché tu riacquisti la vista e sia colmato di Spirito Santo". E subito gli caddero dagli occhi come delle squame e recuperò la vista. Si alzò e venne battezzato, poi prese cibo e le forze gli ritornarono. Rimase alcuni giorni insieme ai discepoli che erano a Damasco, e subito nelle sinagoghe annunciava che Gesù è il Figlio di Dio. E tutti quelli che lo ascoltavano si meravigliavano e dicevano: "Non è lui che a Gerusalemme infieriva contro quelli che invocavano questo nome ed era venuto qui precisamente per condurli in catene ai capi dei sacerdoti?". Saulo frattanto si rinfrancava sempre di più e gettava confusione tra i Giudei residenti a Damasco, dimostrando che Gesù è il Cristo.


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

Atti 9,1-22 | La conversione di Paolo è uno degli episodi più noti del Nuovo Testamento. Luca, per sottolinearne l’importanza, racconta per tre volte il cambiamento di vita avvenuto in Paolo e come sia stato costituito testimone di Gesù risorto, apostolo della Parola. Cosa vuol dire per noi fare memoria di una conversione, di un cambiamento? Spesso ci scopriamo uomini e donne che si lasciano trascinare dalle abitudini. I cambiamenti ci spaventano, tanto siamo legati al presente e incerti e paurosi di fronte al futuro. La vicenda di Paolo ci parla della forza straordinaria del Vangelo che cambia i cuori e continua a trasformarli. E chiede a ciascuno di noi di non rassegnarci al presente ma di lasciarci guidare dalla Parola di Dio verso il futuro che ci prepara. Paolo - “Saulo” secondo il nome che aveva prima della conversione -, era un uomo forte, autorevole e, come dirà lui stesso, «accanito nella tradizione», ossia forte delle sue convinzioni e delle sue idee. Nell’incontro con Gesù sulla via di Damasco, egli vive l’esperienza del limite, della fragilità, del bisogno degli altri. La conversione, il cambiamento, non sono mai la conseguenza solo di un evento, è piuttosto un processo. Ed è significativo che Paolo scopra meglio chi sia quel Gesù che perseguitava attraverso la comunità di Damasco. Non ci si converte da soli. Ogni credente – ciascuno di noi - ha bisogno di una comunità che lo accompagni, di fratelli, come Anania per Paolo, che lo accolgano e lo aiutino. E’ in questa comunione che l’apostolo comprenderà la grande verità che comunicherà nella Lettera ai Corinzi: «Quando sono debole, è allora che sono forte». Nella debolezza, che tante volte spaventa e che vogliamo allontanare, c’è la forza attraverso cui possiamo sperimentare la potenza della Parola di Dio che genera speranza, amicizia, solidarietà, e tutti quei segni che accompagnano coloro che questa Parola vivono e annunciano.


Salmo Responsoriale

Dal Sal 116(117)

R. Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo.

Genti tutte, lodate il Signore,
popoli tutti, cantate la sua lode. R.

Perché forte è il suo amore per noi
e la fedeltà del Signore dura per sempre. R.


Vangelo Mc 16,15-18 | E disse loro: "Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno