Non rimandare la conversione
Non rimandare la conversione
M Mons. Vincenzo Paglia
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Lettura Sir 5,1-10 | Non confidare nelle tue ricchezze e non dire: "Basto a me stesso". Non seguire il tuo istinto e la tua forza, assecondando le passioni del tuo cuore. Non dire: "Chi mi dominerà?", perché il Signore senza dubbio farà giustizia. Non dire: "Ho peccato, e che cosa mi è successo?", perché il Signore è paziente. Non essere troppo sicuro del perdono tanto da aggiungere peccato a peccato. Non dire: "La sua compassione è grande; mi perdonerà i molti peccati", perché presso di lui c'è misericordia e ira, e il suo sdegno si riverserà sui peccatori. Non aspettare a convertirti al Signore e non rimandare di giorno in giorno, perché improvvisa scoppierà l'ira del Signore e al tempo del castigo sarai annientato. Non confidare in ricchezze ingiuste: non ti gioveranno nel giorno della sventura. Non ventilare il grano a ogni vento e non camminare su qualsiasi sentiero: così fa il peccatore che è bugiardo. Sii costante nelle tue convinzioni, [e una sola sia la tua parola].


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

Siracide 5,1-8 | Ci sono in questo brano una serie di comandi negativi. Tutti iniziano con «non» fare questo, “non” fare quest’altro e così oltre. È uno dei modi comuni attraverso cui la Parola di Dio, soprattutto nei libri sapienziali, vuole indirizzare il lettore. Così sono anche a volte i comandamenti che troviamo nei testi legislativi del Pentateuco. Il brano si apre con un invito ripetuto anche più avanti, che riguarda la ricchezza: «Non confidare nelle tue ricchezze». Al versetto 8 diventa: «Non confidare in ricchezze ingiuste». Spesso la Bibbia mette in guardia dal confidare nella ricchezza. Gesù stesso lo farà con i suoi discepoli fino a dire nelle Beatitudini: «Guai a voi ricchi» (Lc 6,24). Alla fiducia nella ricchezza si connette strettamente l’orgoglio (“Basto a me stesso”), che fa vivere sicuri, con prepotenza, da padroni di tutto: «Non dire: Chi mi dominerà?». La sicurezza di se stessi porta a una coscienza miope e superficiale di se stessi, che considera il peccato come qualcosa di normale, senza peso, senza conseguenze: «Non dire: Ho peccato, e che cosa mi è successo?». Quindi, anche il perdono di Dio viene considerato scontato, la sua compassione una sorta di lasciapassare che niente chiede. A volte ci si abitua al peccato, nell’abitudine a ripetere se stessi o all’idea “tanto che potrà succedere!” Dobbiamo stare attenti perché il peccato ha sempre conseguenze negative, per questo il Siracide esorta: «Non aspettare a convertirti al Signore e non rimandare di giorno in giorno». Rimandare la conversione del cuore è una scelta ingannevole, ma purtroppo è facile ripetere che c’è sempre tempo. Quando la Parola di Dio interpella, non si deve rimandare. E’ un grave danno a se stessi rinunciare al Signore che ci offre la possibilità di trasfigurare la nostra vita.


Salmo Responsoriale

 


Vangelo Mc 9,41-50 |

Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d'acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa. Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue. Ognuno infatti sarà salato con il fuoco. Buona cosa è il sale; ma se il sale diventa insipido, con che cosa gli darete sapore? Abbiate sale in voi stessi e siate in pace gli uni con gli altri.