Genesi 18,1-15 | L’incontro tra Abramo e i tre pellegrini accade in un momento che non sembrerebbe essere il più opportuno della giornata, è anzi l’ora più calda del giorno. Il luogo è Ebro e più precisamente il querceto di Mambre, un santuario assurto più tardi a larga fama. Abramo siede alla porta della tenda che, in genere, si trova sempre un poco distante dalla strada. Abramo non li vede venire, ma appena li scorge va loro incontro. Potrebbero essere dei nemici o dei mercanti pronti a tutto, come quelli che compreranno Giuseppe e lo trascineranno in Egitto co-me uno schiavo (Gen 37). Abramo però non ha paura, si alza e va loro incontro; considera una grazia il loro arri-vo. C’è chi sottolinea che «il divino arriva sempre a sorpresa», e per questo offre loro quanto di meglio si poteva dare in quel tempo e in quelle condizioni a un ospite. In verità, in quei tre estranei si nascondeva il Signore, co-me dice il testo stesso della Bibbia e come vuole l’icona antica della Trinità, che vede in quei tre pellegrini il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. In quella visita c’era anche una promessa di vita per un uomo che non aveva nascosto la sua incertezza e il suo timore ma, a differenza di Sara, si era affidato a Dio. Chi apre il cuore con gioia a tutti, anche a chi è straniero, incontra Dio e riceve la sua promessa di vita. La Lettera agli Ebrei, facendo eco a questa pagina biblica, raccomanda: «Non dimenticate l’ospitalità; alcuni, praticandola, senza saperlo hanno accolto degli angeli» (Eb 13,2).
Lettura ... | ...
Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia
Salmo Responsoriale
Vangelo ... | ...