Il vero vanto
Il vero vanto
M Mons. Vincenzo Paglia
00:00
00:00

2 Corinzi 1,18-22 | Nella comunità di Corinto si erano presentati dei predicatori che avevano cominciato a criticare Paolo e ad accusarlo, mettendo in discussione la sua sincerità, la sua apostolicità e il Vangelo da lui predicato. Così era successo anche in Galazia. Paolo è costretto a difendersi, anche se la sua difesa è innanzitutto del Vangelo da lui predicato e per il quale aveva ricevuto anche conferma dagli altri apostoli riuniti a Gerusalemme. Con questa lettera Paolo vuole riaffermare il valore del suo annuncio, che viene dalla grazia di Dio e non dalla sapienza o dalla forza della “carne”. Ed è per questo che può “vantarsi”. Ma non è il vanto della vanagloria per le proprie, magari presunte, qualità. È una tentazione che in tanti conosciamo. Il vanto di cui parla l’apostolo è quello di chi spende la vita per annunciare il Vangelo; di chi può presentare al Signore una comunità frutto della sua predicazione. In questa prospettiva, l’apostolo, in altra parte, dice: “Chi si vanta, si vanti nel Signore”. È questo vanto che spinge Paolo a confermare il suo affetto e la sua premura per la comunità. Avrebbe voluto visitarla presto, ma vi è stato impedito. E ha dovuto cambiare i suoi piani. Non è perciò questione di volubilità: “Dio è testimone che la nostra parola verso di voi non è ‘sì’ e ‘no’” (v. 18). La sua mancata visita perciò non è segno di disinteresse o di paura di fronte a coloro che lo hanno accusato. E con questa lettera vuole riaffermare la comune chiamata che Cristo ha fatto a lui e alla comunità, alla quale, ormai, si sente accomunato dalla medesima unzione e dal comune sigillo dello Spirito Santo.

Lettura ... | ...


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

 


Salmo Responsoriale

 


Vangelo ... | ...