Paolo a Efeso
Paolo a Efeso
M Mons. Vincenzo Paglia
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Atti 19,1-8 | Paolo giunge a Efeso, una città ricca e popolosa, capitale della provincia dell’Asia, e situata all’incrocio delle principali vie marittime e terrestri tra Oriente e Occidente. Qui l’apostolo vi resta per ben tre anni, facendone il centro della sua missione. Da Efeso, infatti, parte per fondare comunità in altre città, e scrive varie lettere, come quella ai corinzi. Appena giunge in città, Paolo trova alcuni discepoli del Battista. Si tratta di una dozzina di persone facenti parte di un gruppo che faceva riferimento al Battista e che aveva avuto una qualche diffusione nella regione. Si fece compagno di quel piccolo gruppo di «discepoli di Giovanni». È una piccola vicenda che mostra l’attenzione pastorale di Paolo nel cogliere ogni occasione per annunciare il Vangelo, nell’essere attento alle domande, talora nascoste nel cuore degli uomini, che tuttavia anelano all’incontro con Gesù. Paolo ha letto la loro domanda, l’ha colta e si è fatto compagno del loro cammino spirituale: ha comunicato loro il Vangelo si-no a che è giunto il momento del battesimo. E, mentre l’apostolo impone loro le mani, lo Spirito Santo scende nel cuore di quegli uomini e li trasforma in discepoli di Gesù. Lo Spirito mostra immediatamente la sua forza a quei nuovi battezzati che presero a parlare nelle lingue e a profetare, nota Luca. Paolo insegna a essere attenti al bisogno di Vangelo, di aiuto, di misericordia che è nascosto nel cuore di tanti.

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Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

 


Salmo Responsoriale

 


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