Lettura Rm 8,31b-39 | Che diremo dunque di queste cose? Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Egli, che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha consegnato per tutti noi, non ci donerà forse ogni cosa insieme a lui? Chi muoverà accuse contro coloro che Dio ha scelto? Dio è colui che giustifica! Chi condannerà? Cristo Gesù è morto, anzi è risorto, sta alla destra di Dio e intercede per noi! Chi ci separerà dall'amore di Cristo? Forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Come sta scritto: Per causa tua siamo messi a morte tutto il giorno, siamo considerati come pecore da macello. Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori grazie a colui che ci ha amati. Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun'altra creatura potrà mai separarci dall'amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore.
Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia
Romani 8,31b-39 | L’apostolo chiude questa parte della Lettera centrata sullo Spirito con un inno all’amore di Dio. C’è una domanda iniziale che manifesta la forza della fede: «Se Dio è per noi chi sarà contro di noi?». Il credente basa la sua speranza non su se stesso o sulle proprie forze, ma sulla saldezza dell’amore di Dio. È il Signore che difende, sostiene, protegge e salva i suoi figli. Fa di tutto per salvarli. Fin dal roveto ardente Dio si rivelò come colui che non avrebbe mai abbandonato il suo popolo. Dicendo: «Io sono colui che sono», voleva significare: «Io sono colui che sta sempre con il mio popolo, che lo accompagna nel deserto, che lo introduce nella terra promessa, che lo sostiene ogni giorno». Tutta la Scrittura descrive questa incredibile discesa dell’amore di Dio verso gli uomini. Il culmine di questo rapporto avviene con Gesù, l’Emmanuele, il Dio con noi. L’amore del Padre è così straordinario che non solo invia nel mondo il suo Figlio, ma permette persino che sia “sacrificato” per la salvezza di tutti. Questo è l’amore che sostanzia la nostra fede. L’apostolo, ricorrendo all’immagine di un processo intentato contro i credenti, può pertanto dire: «Chi muoverà accuse contro coloro che Dio ha scelto? Dio è colui che giustifica! Chi condannerà? Cristo Gesù è morto, anzi è risorto!». Il credente è come assolto preventivamente dall’abbraccio di Dio. Si tratta solo di accoglierlo. Nulla, infatti, tranne la decisione della nostra libertà, potrà separarci da questo amore. L’apostolo enumera una serie di situazioni: morte o vita, angeli o principati, presente o avvenire, potenze, altezze o profondità e qualsiasi altra forza che possano abbattersi sul credente. E in effetti i credenti spesso sperimentano difficoltà e opposizioni sino anche alla morte. Ma nulla di tutto ciò «potrà mai separarci dall’amore di Dio».
Salmo Responsoriale
Vangelo Lc 13,31-35 | In quel momento si avvicinarono alcuni farisei a dirgli: "Parti e vattene via di qui, perché Erode ti vuole uccidere". Egli rispose loro: "Andate a dire a quella volpe: "Ecco, io scaccio demòni e compio guarigioni oggi e domani; e il terzo giorno la mia opera è compiuta. Però è necessario che oggi, domani e il giorno seguente io prosegua nel cammino, perché non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme". Gerusalemme, Gerusalemme, tu che uccidi i profeti e lapidi quelli che sono stati mandati a te: quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una chioccia i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa è abbandonata a voi! Vi dico infatti che non mi vedrete, finché verrà il tempo in cui direte: Benedetto colui che viene nel nome del Signore!