La conversione di Paolo
La conversione di Paolo
M Mons. Vincenzo Paglia
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Lettura: At 9,1-20 | Saulo, spirando ancora minacce e stragi contro i discepoli del Signore, si presentò al sommo sacerdote e gli chiese lettere per le sinagoghe di Damasco, al fine di essere autorizzato a condurre in catene a Gerusalemme tutti quelli che avesse trovato, uomini e donne, appartenenti a questa Via. E avvenne che, mentre era in viaggio e stava per avvicinarsi a Damasco, all'improvviso lo avvolse una luce dal cielo e, cadendo a terra, udì una voce che gli diceva: "Saulo, Saulo, perché mi perséguiti?". Rispose: "Chi sei, o Signore?". Ed egli: "Io sono Gesù, che tu perséguiti! Ma tu àlzati ed entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare". Gli uomini che facevano il cammino con lui si erano fermati ammutoliti, sentendo la voce, ma non vedendo nessuno. Saulo allora si alzò da terra ma, aperti gli occhi, non vedeva nulla. Così, guidandolo per mano, lo condussero a Damasco. Per tre giorni rimase cieco e non prese né cibo né bevanda. C'era a Damasco un discepolo di nome Anania. Il Signore in una visione gli disse: "Anania!". Rispose: "Eccomi, Signore!". E il Signore a lui: "Su, va' nella strada chiamata Diritta e cerca nella casa di Giuda un tale che ha nome Saulo, di Tarso; ecco, sta pregando e ha visto in visione un uomo, di nome Anania, venire a imporgli le mani perché recuperasse la vista". Rispose Anania: "Signore, riguardo a quest'uomo ho udito da molti quanto male ha fatto ai tuoi fedeli a Gerusalemme. Inoltre, qui egli ha l'autorizzazione dei capi dei sacerdoti di arrestare tutti quelli che invocano il tuo nome". Ma il Signore gli disse: "Va', perché egli è lo strumento che ho scelto per me, affinché porti il mio nome dinanzi alle nazioni, ai re e ai figli d'Israele; e io gli mostrerò quanto dovrà soffrire per il mio nome". Allora Anania andò, entrò nella casa, gli impose le mani e disse: "Saulo, fratello, mi ha mandato a te il Signore, quel Gesù che ti è apparso sulla strada che percorrevi, perché tu riacquisti la vista e sia colmato di Spirito Santo". E subito gli caddero dagli occhi come delle squame e recuperò la vista. Si alzò e venne battezzato, poi prese cibo e le forze gli ritornarono. Rimase alcuni giorni insieme ai discepoli che erano a Damasco, e subito nelle sinagoghe annunciava che Gesù è il Figlio di Dio. 


Salmo Responsoriale

R. Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo.
Oppure:
R. Alleluia, alleluia, alleluia.

Genti tutte, lodate il Signore,
popoli tutti, cantate la sua lode.
R. Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo.

Perché forte è il suo amore per noi
e la fedeltà del Signore dura per sempre.
R. Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo.


Vangelo: Gv 6,52-59 | Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: "Come può costui darci la sua carne da mangiare?". Gesù disse loro: "In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno". Gesù disse queste cose, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao.  


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

La Chiesa armena fa memoria oggi di Metz Yeghérn, il “Grande Male”. È il ricordo della strage compiuta durante la prima guerra mondiale, in cui furono uccisi oltre un milione di armeni. In Israele è Yom HaShoàh, il giorno del ricordo della Shoah, in cui si fa memoria dello sterminio del popolo ebraico a opera dei nazisti durante la seconda guerra mondiale.

Atti 9,1-20. La conversione di Paolo

La conversione di Paolo è uno degli episodi più noti del Nuovo Testamento. Luca, quasi a sottolinearne l’importanza, racconta per tre volte come Paolo sia stato «capovolto» e costituito da Gesù stesso apostolo del Vangelo. Saulo – questo è il suo nome –, «ancora fremente minaccia e strage contro i discepoli del Signore», con in mano le lettere del sommo sacerdote, si dirige verso Damasco per procedere contro i cristiani di Damasco con il massimo rigore. Mentre si sta avvicinando alla città, d’improvviso viene avvolto da un fascio di luce; accecato, si trova a terra, e sente una voce che lo chiama per nome due volte: «Saulo, Saulo». Egli non vede nessuna figura, sente solo la voce che lo chiama. Quel che accadde a Saulo, in verità, riguarda ogni credente: se non si cade a terra dal proprio orgoglio, dalla propria convinzione di autosufficienza, scoprendo quindi la propria debolezza, difficilmente si comprende cosa significa la “fede” cristiana. L’orgoglio porta alla rovina, allo scontro, alla violenza; l’umiltà invece rende disponibile all’ascolto della Parola di Dio e a essere rigenerati. Il futuro apostolo – sbattuto nella polvere e incapace persino di camminare perché cieco – dovette essere preso per mano e condotto fino a Damasco. Il visitatore che entra oggi a Damasco, dalla porta di Tommaso, si trova quasi subito all'inizio della via recta, la strada principale della città vecchia. È la strada di cui parlano gli Atti; un'antica tradizione colloca proprio in quella zona la casa di Anania dove Paolo fu portato appena giunse in città. L'autore narra lo spavento iniziale di Anania e poi lo stupore nel sentire la notizia dell'arrivo di Paolo, che egli considerava uno dei nemici giurati della giovane comunità cristiana. Tuttavia, avvertito dallo Spirito, non appena vede Saulo è lui ad andargli incontro e a dirgli: «Saulo, fratello». Per Anania, Saulo di Tarso non è più nemico, ma fratello. È la forza dell'incontro nel nome della fraternità. Sì, incontrare gli altri sentendoli come fratelli dona all'incontro una efficacia di cambiamento straordinaria. Quell'abbraccio giunge al cuore del persecutore, si aggiunge al suo pentimento, e giunge fino al recupero della vista. I cristiani di Damasco sono diventati anche per lui dei fratelli. L'orgoglio e la violenza che prima gli possedevano il cuore lo avevano accecato. Il Signore lo guarì nel profondo del cuore. Paolo che aveva incontrato personalmente, sebbene in visione, Gesù risorto, ha però bisogno di un fratello che lo aiuti ad aprire pienamente gli occhi, quelli del cuore e quelli del corpo. Anania, che lo aveva abbracciato come un fratello, ora gli spiega le Scritture e lo introduce alla vita della comunità. Ogni volta che la Parola di Dio ci viene annunciata nella comunità dei fratelli veniamo come chiamati per nome, ossia esortati a fare nostra la Parola ascoltata e a entrare nella vita della fraternità. È un'esperienza personale e gratuita, come personale e gratuita è la risposta, che avviene però sempre in un contesto ecclesiale. Il Vangelo cambia la vita perché la salva dalla solitudine radicale inserendola nella comunità del Risorto.

Preghiera della santa croce