L’istituzione dei sette diaconi
L’istituzione dei sette diaconi
M Mons. Vincenzo Paglia
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Lettura: At 6,1-7 | In quei giorni, aumentando il numero dei discepoli, quelli di lingua greca mormorarono contro quelli di lingua ebraica perché, nell'assistenza quotidiana, venivano trascurate le loro vedove. Allora i Dodici convocarono il gruppo dei discepoli e dissero: "Non è giusto che noi lasciamo da parte la parola di Dio per servire alle mense. Dunque, fratelli, cercate fra voi sette uomini di buona reputazione, pieni di Spirito e di sapienza, ai quali affideremo questo incarico. Noi, invece, ci dedicheremo alla preghiera e al servizio della Parola". Piacque questa proposta a tutto il gruppo e scelsero Stefano, uomo pieno di fede e di Spirito Santo, Filippo, Pròcoro, Nicànore, Timone, Parmenàs e Nicola, un prosèlito di Antiòchia. Li presentarono agli apostoli e, dopo aver pregato, imposero loro le mani. E la parola di Dio si diffondeva e il numero dei discepoli a Gerusalemme si moltiplicava grandemente; anche una grande moltitudine di sacerdoti aderiva alla fede.  


Salmo Responsoriale

R. Su di noi sia il tuo amore, Signore.
Oppure:
R. Alleluia, alleluia, alleluia.

Esultate, o giusti, nel Signore;
per gli uomini retti è bella la lode.
Lodate il Signore con la cetra,
con l’arpa a dieci corde a lui cantate.
R. Su di noi sia il tuo amore, Signore.

Perché retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama la giustizia e il diritto;
dell’amore del Signore è piena la terra.
R. Su di noi sia il tuo amore, Signore.

Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame.
R. Su di noi sia il tuo amore, Signore.



Vangelo: Gv 6,16-21 | Venuta intanto la sera, i suoi discepoli scesero al mare, salirono in barca e si avviarono verso l'altra riva del mare in direzione di Cafàrnao. Era ormai buio e Gesù non li aveva ancora raggiunti; il mare era agitato, perché soffiava un forte vento. Dopo aver remato per circa tre o quattro miglia, videro Gesù che camminava sul mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: "Sono io, non abbiate paura!". Allora vollero prenderlo sulla barca, e subito la barca toccò la riva alla quale erano diretti.


 Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

Atti 6,1-7. L’istituzione dei sette diaconi

Siamo ancora all’inizio della vita della Chiesa e il primo problema che sorge non riguarda una questione dottrinale, ma un problema legato alla carità, al servizio ai poveri, che in effetti era una delle dimensioni centrali della vita della comunità cristiana di Gerusalemme. La disparità di trattamento delle vedove presenti a Gerusalemme rischiava di provocare una divisione profonda nella fragile comunità cristiana. Accadeva infatti che le vedove provenienti dalla città ricevevano un trattamento migliore delle vedove "elleniste", ossia di quelle che provenivano dalla diaspora. Le prime venivano privilegiate nel ricevere gli aiuti. Si riteneva che i poveri vicini avessero più diritto di quelli che provenivano da fuori. Una vicenda che si ripeterà molto spesso nella vita delle comunità cristiane dei secoli seguenti. Ma tale diverso trattamento, che proveniva dalla gretta considerazione che divideva i poveri in base alla provenienza e non alla necessità, provocò un forte risentimento presso gli ellenisti. Come si poteva tollerare che la carità facesse preferenze di persone? Di fronte al gravissimo rischio della divisione della comunità, gli apostoli indissero un’assemblea per discutere il problema e decisero di riorganizzare la vita della comunità anche sul versante dell’assistenza. Si potrebbe dire che è il primo riordino dell’azione caritativa della comunità cristiana. Si rendeva necessario infatti coniugare il primato della missione di annunciare il Vangelo con quello altrettanto essenziale della carità. Non era possibile che la predicazione non sfociasse anche nella carità; quest’ultima era anzi una conferma della bontà della prima. Furono perciò scelti sette diaconi (servitori) con il compito appunto di organizzare il servizio della carità. Non che il servizio ai poveri fosse affidato solo a loro, perché era ed è dovere di tutti i cristiani amare e servire i poveri personalmente. Gli apostoli – che continuarono a servire i poveri, come avevano sempre fatto – compresero che bisognava esortare tutti alla generosità verso i poveri e a provvedere che si svolgesse in maniera ampia, senza privilegi per alcuni, ma con amore verso tutti. La carità è un dovere primario di ogni singolo credente, ciascuno deve trovare il suo modo di praticarla. Su di essa, come ricorda l’evangelista Matteo, saremo giudicati. C’è poi anche l’impegno della comunità come tale che deve essere caratterizzata anche a livello comune da una larga attenzione verso i più poveri.

Preghiera della vigilia