L’intervento di Gamaliele
L’intervento di Gamaliele
M Mons. Vincenzo Paglia
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Lettura: At 5,34-42 | Si alzò allora nel sinedrio un fariseo, di nome Gamaliele, dottore della Legge, stimato da tutto il popolo. Diede ordine di farli uscire per un momento e disse: "Uomini d'Israele, badate bene a ciò che state per fare a questi uomini. Tempo fa sorse Tèuda, infatti, che pretendeva di essere qualcuno, e a lui si aggregarono circa quattrocento uomini. Ma fu ucciso, e quelli che si erano lasciati persuadere da lui furono dissolti e finirono nel nulla. Dopo di lui sorse Giuda il Galileo, al tempo del censimento, e indusse gente a seguirlo, ma anche lui finì male, e quelli che si erano lasciati persuadere da lui si dispersero. Ora perciò io vi dico: non occupatevi di questi uomini e lasciateli andare. Se infatti questo piano o quest'opera fosse di origine umana, verrebbe distrutta; ma, se viene da Dio, non riuscirete a distruggerli. Non vi accada di trovarvi addirittura a combattere contro Dio!". Seguirono il suo parere e, richiamati gli apostoli, li fecero flagellare e ordinarono loro di non parlare nel nome di Gesù. Quindi li rimisero in libertà. Essi allora se ne andarono via dal sinedrio, lieti di essere stati giudicati degni di subire oltraggi per il nome di Gesù. E ogni giorno, nel tempio e nelle case, non cessavano di insegnare e di annunciare che Gesù è il Cristo.


Salmo Responsoriale

R. Una cosa ho chiesto al Signore: abitare nella sua casa.
Oppure:
R. Alleluia, alleluia, alleluia.

Il Signore è mia luce e mia salvezza:
di chi avrò timore?
Il Signore è difesa della mia vita:
di chi avrò paura?
R. Una cosa ho chiesto al Signore: abitare nella sua casa.

Una cosa ho chiesto al Signore,
questa sola io cerco:
abitare nella casa del Signore
tutti i giorni della mia vita,
per contemplare la bellezza del Signore
e ammirare il suo santuario.
R. Una cosa ho chiesto al Signore: abitare nella sua casa.

Sono certo di contemplare la bontà del Signore
nella terra dei viventi.
Spera nel Signore, sii forte,
si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore.
R. Una cosa ho chiesto al Signore: abitare nella sua casa.


Vangelo: Gv 6,1-15 | Dopo questi fatti, Gesù passò all'altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: "Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?". Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: "Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo". Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: "C'è qui un ragazzo che ha cinque pani d'orzo e due pesci; ma che cos'è questo per tanta gente?". Rispose Gesù: "Fateli sedere". C'era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini. Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: "Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto". Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d'orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato. Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: "Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!". Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.   


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

Gamaliele ("ricompensa di Dio"), uomo stimato da tutti, si era reso conto dell'ingiustizia che si stava perpetrando contro gli apostoli. E, in pieno sinedrio, si alzò per difenderli. Il suo discorso è saggio e pieno di sapienza religiosa: Dio guida le vicende della storia e non è opportuno mettersi contro di lui. Gamaliele non è spinto né da astuzia né da calcolo, tanto meno dall'invidia. Egli, un uomo guidato da una visione religiosa, prende la parola in questa occasione. Potremmo dire che è un uomo giusto, senza pregiudizi. Un uomo che si lascia guidare dalla fede. E dice ai sinedriti: se l'opera di costoro non viene da Dio, presto finirà, ma se viene da Dio voi, opponendovi a loro, rischiate di mettervi contro Dio stesso. Il sinedrio accettò il consiglio di Gamaliele e lasciò andare gli apostoli, facendoli però prima fustigare e ordinando loro di non parlare più di Gesù. È quel che Pilato voleva fare con Gesù quando disse: «Lo farò punire e poi lo rimetterò in libertà» (Lc 23,16). Gli apostoli, a differenza di quel che accadde a Gesù, furono lasciati liberi, ma con l'ordine di «non parlare nel nome di Gesù». Ma come potevano gli apostoli tacere? Come potevano tenere solo per loro stessi il Vangelo? È una indicazione che richiama anche noi alla responsabilità di predicare il Vangelo, anche quando comporta opposizione. In quei momenti gli apostoli facilmente ricordarono le parole che Gesù aveva detto loro: «Vi consegneranno ai sinedriti, sarete percossi nelle sinagoghe e comparirete davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro» (Mc 13,9). Quante volte, invece, la pigrizia, la troppa concentrazione su di sé, la rassegnazione sulle proprie abitudini, blocca la predicazione e la comunicazione del Vangelo! Si diventa in tal modo complici dello spirito di questo mondo. Gli apostoli se ne andarono lieti non solo per la libertà che avevano ritrovato, ma soprattutto «per essere stati giudicati degni di subire gli oltraggi per il nome di Gesù». È un esempio per essere più generosi e creativi nel comunicare il Vangelo. L'autore degli Atti sottolinea che gli apostoli non predicano solo nel tempio ma anche «nelle case». In tutta Gerusalemme risuona la parola evangelica. Da Gerusalemme, la predicazione si allargherà presto nella Giudea e nella Samaria. Anche a noi viene chiesto di andare ovunque ad annunciar il Vangelo dell'amore.

Preghiera della santa croce