Entri il popolo giusto e fedele
Entri il popolo giusto e fedele
M Mons. Vincenzo Paglia
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Lettura: Is 26,1-6 | In quel giorno si canterà questo canto nella terra di Giuda: “Abbiamo una città forte; mura e bastioni egli ha posto a salvezza. Aprite le porte: entri una nazione giusta, che si mantiene fedele. La sua volontà è salda; tu le assicurerai la pace, pace perché in te confida. Confidate nel Signore sempre, perché il Signore è una roccia eterna, perché egli ha abbattuto coloro che abitavano in alto, ha rovesciato la città eccelsa, l'ha rovesciata fino a terra, l'ha rasa al suolo. I piedi la calpestano: sono i piedi degli oppressi, i passi dei poveri”.


Salmo Responsoriale

Benedetto colui che viene nel nome del Signore.

Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
È meglio rifugiarsi nel Signore
che confidare nell’uomo.
È meglio rifugiarsi nel Signore
che confidare nei potenti.
Benedetto colui che viene nel nome del Signore.

Apritemi le porte della giustizia:
vi entrerò per ringraziare il Signore.
È questa la porta del Signore:
per essa entrano i giusti.
Ti rendo grazie, perché mi hai risposto,
perché sei stato la mia salvezza.
Benedetto colui che viene nel nome del Signore.

Ti preghiamo, Signore: dona la salvezza!
Ti preghiamo, Signore: dona la vittoria!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
Vi benediciamo dalla casa del Signore.
Il Signore è Dio, egli ci illumina.
Benedetto colui che viene nel nome del Signore.


Vangelo: Mt 7,21.24-27 | Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Perciò, chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande”.


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

Memoria di san Giovanni Damasceno, Padre della Chiesa e monaco, vissuto a Damasco nel secolo VIII. Distribuì i suoi beni ai poveri ed entrò in monastero, nella laura di San Saba, nei pressi di Gerusalemme. Preghiera per i cristiani in Siria.

Isaia 26,1-6. Entri il popolo giusto e fedele

Questa pagina è un canto di lode e di ringraziamento al Signore. Il motivo della gioia e della gratitudine è duplice: la distruzione della “città eccelsa”, Babilonia, simbolo della superbia e della prepotenza dei potenti che schiacciano i deboli e i poveri, e l’edificazione di una “città forte”, Gerusalemme, che accoglie il popolo fedele al Signore. La città costruita da Dio ha mura salde e inespugnabili. Per questo i fedeli sono esortati a confidare in Dio. Solo in lui. È una fiducia basata sull’amore di Dio che non è mai venuto meno. Il profeta richiama questa fiducia di fronte all’istinto che spinge ciascuno di noi a confidare solo in noi stessi, nelle nostre sicurezze, illudendoci di difendere la nostra esistenza! Non serve alzare barriere, erigere muri che impediscano ai poveri di raggiungerci, e rafforzare frontiere per respingere gli stranieri che cercano un nuovo futuro per loro e loro famiglie. Il profeta alza la voce, sino a cantare, perché le porte della città, come quelle del cuore, siano sempre aperte. E’ un invito che in questo tempo dovrebbe inquietare le coscienze addormentate. L’insistenza di papa Francesco di una Chiesa ospitale, raccoglie questa profezia biblica della porta sempre aperta, sia perché i credenti escano a cercare i dispersi, sia perché chi attende protezione sia fatto entrare. La città diviene il luogo dove abitano assieme il popolo dei credenti e il numeroso popolo dei poveri: due popoli che mai debbono separarsi. I credenti e i poveri abitano assieme questa città: essa, come scrive l’Apocalisse, scenderà dal cielo nella sua pienezza, ma inizia già da ora sulla terra ogni volta che i credenti e i poveri si incontrano e si accolgono. Avverte il profeta: il Signore «ha abbattuto coloro che abitavano in alto, ha rovesciato la città eccelsa, l’ha rovesciata fino a terra, l’ha rasa al suolo». La distanza dai poveri è distanza da Dio. L’immagine della città rovesciata e stesa al suolo è dura, ma è vera, dolorosamente attuale, in molte parti della terra. Il profeta esorta ad accogliere la rivoluzione di Dio. E la inaugurerà con la nascita del suo figlio Gesù. Maria di Nazareth, che per prima accoglie la Parola che si fa carne, canta il rovesciamento della logica mondana, «ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili» (Lc 1,51-52).

Preghiera per la Chiesa