Il piccolo libro divorato
Il piccolo libro divorato
M Mons. Vincenzo Paglia
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Lettura 


Salmo Responsoriale


Vangelo  


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

Apocalisse 10,8-11. Il piccolo libro divorato

Siamo nella scena centrale dell’Apocalisse. Giovanni, mentre vede l’angelo (il Messia) con in mano il «piccolo libro», sente una voce che gli ordina di andare a prenderglielo dalla mano. Compie lo stesso movimento dell’Agnello nel prendere il rotolo dalla mano di colui che stava sul trono (Ap 5,7). Ma, mentre l’Agnello si era mosso da sé, mostrando il suo pieno potere, Giovanni deve attendere il comando: «Va’, prendi il libro!». C’è sempre bisogno di un angelo che ci indichi cosa e come fare. Tutti abbiamo bisogno di essere invitati a «prendere il piccolo libro». La salvezza non nasce da noi, dai nostri impegni, dai nostri sforzi, dalla nostra sapienza, ma dall’ascolto del Vangelo. Così pure la sapienza della vita non innata e neppure frutto del proprio orgoglio. E neppure di una illusoria autoreferenzialità. C’è sempre bisogno di ascoltare l’angelo – l’Altro e l’altro – e di ascoltarlo ancora. Giovanni si sente aggiungere: «Prendilo e divoralo». Il Vangelo va ascoltato, frequentato, scandagliato, conosciuto a memoria, letto e riletto, visto e rivisto, come faremmo con il nostro tesoro più prezioso. E si potrebbe dire anche della lettura della storia, degli avvenimenti come anche delle opere della cultura e dell’ingegno umano. Si potrebbe riprendere la bella affermazione del grande teologo pretestante Karl Barth: ogni cristiano deve avere in una mano la Bibbia e nell’altra il giornale. E la lettura – come Giovanni suggerisce – non va fatta superficialmente: il rotolo non va solo ingerito ma anche digerito, ossia meditato, vissuto, trasmesso. Da quel piccolo libro – ruminato come i Padri dicevano a proposito del modo di leggere la Bibbia – dipende la salvezza nostra e del mondo. È una parola «dolce come il miele», appunto perché è la «lettera d’amore di Dio per noi», come dicono i Padri. Ma è una parola anche «amara» quando scende nelle viscere, ossia quando entra dentro la vita perché chiede di convertirsi. La Parola di Dio, infatti, corregge e indirizza, taglia ed edifica, esorta e rimprovera.

Preghiera della santa croce