Leggi le letture del giorno e il commento di Monsignor Vincenzo Paglia
Lettura
Salmo Responsoriale
Vangelo
Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia
Il «presbitero» che ha scritto questa Seconda lettera di Giovanni è probabilmente un discepolo dell’apostolo. Tale legame diretto gli permette di usare il «noi» dei discepoli di Giovanni. Con questa Lettera intende rivolgersi a una delle comunità dell’Asia Minore chiamandola non con il nome della città, ma con il titolo di «Signora eletta». Ribadisce che è una comunità composta di «eletti», ossia di credenti scelti dal Signore come suoi figli. Parla della Chiesa, come di una Signora, di una Madre i cui membri non sono estranei bensì figli. È la concezione della Chiesa come madre. San Cipriano, vescovo di Cartagine, nel III secolo, chiarirà bene il senso spirituale di questa concezione: «Non si può avere Dio per padre se non si ha la Chiesa per madre». È la comprensione della maternità della Chiesa e della figliolanza dei discepoli. Nella Lettera l’autore manifesta il suo amore per quei figli «che camminano nella verità». La parola «verità» (aletheia) è ripetuta quattro volte in poche righe, mostrando il valore che l’autore le conferisce. È per sottolineare che l’amore di Dio infatti non è una questione di psicologia, di sentimenti spontanei, ma di «verità», di realtà effettiva, ossia dello Spirito che Dio ha effuso nel cuore dei discepoli. Verità e Spirito sono inseparabili. È a dire che la verità e l’amore sono inscindibili: non c’è l’una senza l’altro. Vivere nella verità significa lasciarsi guidare dallo Spirito che è amore. Per questo il presbitero esprime la sua gioia nell’apprendere che la comunità cammina nella «verità», quella «secondo il comandamento che abbiamo ricevuto dal Padre». E subito aggiunge: «Questo è l’amore: camminare secondo i suoi comandamenti». Il comandamento che hanno appreso dall’inizio è chiaro: «Camminate nell’amore». Gesù stesso, del resto, nel discorso fatto ai discepoli nell’ultima cena, disse loro: «Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri… Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli» (Gv 13,34-35).
Preghiera della santa croce

