L’unica nostra gloria è il Signore Gesù
L’unica nostra gloria è il Signore Gesù
M Mons. Vincenzo Paglia
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Lettura 


Salmo Responsoriale


Vangelo  


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

Memoria di Zaccaria ed Elisabetta, che nella vecchiaia concepì Giovanni Battista.

Filippesi 3,3-8a. L’unica nostra gloria è il Signore Gesù

La comunità di Filippi non stava vivendo un facile momento. Lo si comprende anche da questo brano. Paolo aveva parlato di avversari, e nel versetto precedente parla di "cani", di "cattivi operai" e di altri che usavano forse la circoncisione, segno dell'appartenenza al popolo di Israele, come fattore di superiorità all'interno della comunità che ormai comprendeva persone anche di origini pagane. L'apostolo è quasi costretto a elogiare se stesso come perfetto membro del popolo di Israele. Tale argomentazione gli serve solo per dire che non è questo che vale davanti al Signore. Non conta, infatti, la "carne", cioè l'origine, la condizione, la cultura e quanto distingue dagli altri, per essere discepoli. Insomma, non si è discepoli né per nascita né per appartenenza, ma solo per fede. Paolo considera tutto il suo passato - e l'intera sua vita fuori della fede - come una "spazzatura" di fronte al grande dono che ha ricevuto: ossia la grazia di incontrare il Signore e di divenire simile a lui. Per questo egli concepisce ormai la sua esistenza, i suoi giorni, la sua azione, come una corsa per conformarsi a Cristo in tutto, per immergersi nella sua morte e risurrezione. L'obbedienza al Vangelo è la sostanza della sua vita. Con questo passaggio della sua lettera Paolo vuole trasmettere - ai filippesi e anche a noi - il suo stesso desiderio di una vita cristiana tutta protesa verso la realizzazione della comunione piena con il Signore. Anche nella tribolazione, il cristiano vive la stessa letizia a cui l'apostolo esorta i cristiani di Filippi. Spesso quando non sappiamo contemplare la sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, cioè la bellezza della perla preziosa che abbiamo trovato, per grazia, nella nostra vita, i ruoli, le considerazioni mondane diventano importanti e creano, come a Filippi, divisioni nella comunità. Solo la consapevolezza di avere ricevuto tutto per grazia ci aiuta a riconoscere quanto siamo amati e ci libera da ruoli e schemi che sono del mondo e non dello spirito.

Preghiera per la Chiesa