La chiamata di Dio
La chiamata di Dio
M Mons. Vincenzo Paglia
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Lettura 


Salmo Responsoriale


Vangelo  


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

Galati 1,13-24. La chiamata di Dio

Paolo, dopo l’indirizzo di saluto, si rivolge ai Galati chiamandoli “fratelli”, come a volerli disporre all’ascolto facendo appello a quella fraternità che nasce dall’accoglienza dell’unico Vangelo. Non si tratta di galateo o di buon comportamento, ma della fraternità che la Parola di Dio genera in coloro che l’ascoltano con il cuore. Paolo chiarisce che il Vangelo da lui annunciato “non è d’indole umana” poiché lo “ha ricevuto” direttamente da Cristo stesso, così come è avvenuto anche per gli altri Apostoli. Accenna a com’è avvenuta per lui la “rivelazione”. Ricorda anzitutto il suo “passato nel giudaismo”, quando era un accanito “sostenitore delle tradizioni” giudaiche. In ogni caso - chiarisce l’apostolo - il distacco da esse non significa rinnegarne l’appartenenza; anzi, parla con rispetto del “suo” popolo e delle tradizioni dei “suoi” padri. Rivendica però il fatto del tutto straordinario e gratuito che a “Dio piacque” di rivelare il Figlio proprio a lui, il persecutore della Chiesa. Sulla via di Damasco infatti egli fu trasformato da persecutore in apostolo. Paolo sa che tutto quel che accade, e in particolare quel che in lui è avvenuto, viene da Dio. È il Signore infatti ad averlo “segregato” sin dal seno materno per renderlo ministro del Vangelo. Questa coscienza porta l’apostolo a vivere e sperare per “piacere” a Dio più che agli uomini. “Piacere a Dio” significa obbedire alla sua chiamata, ossia iniziare la nuova vita che Dio gli ha indicato. Paolo si reca prima “in Arabia” (sud-est di Damasco) e poi a Gerusalemme per conoscere colui che dal Signore aveva avuto il nome di “Roccia” (“kepha”). Di qui si dirige verso il nord e predica in Siria, nella cui capitale, Antiochia, c’è la prima grande comunità etnico-cristiana. Prosegue poi verso nord, in Cilicia, le cui comunità cristiane conoscono Paolo solo per sentito dire. Con sorpresa, esse apprendono che il persecutore di ieri predica quella fede che prima voleva distruggere. L’obbedienza alla chiamata di Dio, che ha cambiato l’intera vita di Paolo, è quel che per ogni discepolo significa “piacere a Dio” più che agli uomini, o a se stessi.

Preghiera con Maria, madre del Signore