Ultima risposta di Giobbe
Ultima risposta di Giobbe
M Mons. Vincenzo Paglia
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Vangelo  


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

Giobbe 42,1-3.5-6.12-16. Ultima risposta di Giobbe

Giobbe si incontra con Dio personalmente. Egli comprende che nulla è impossibile a Dio. È il riconoscimento dell’uomo di fede, che si affida all’amore di Dio anche nei momenti difficili, quando tutto sembra impossibile. Per questo Giobbe riconosce di aver osato esporre cose superiori alle sue capacità, che egli stesso non poteva comprendere. Chi può infatti comprendere il mistero divino senza mettersi in ascolto della Parola di Dio? Giobbe ha parlato a lungo, ma ora comprende che Dio non è lontano e che la sua preghiera deve lasciar spazio alla presenza di Dio e alla sua Parola. «Io ti conoscevo solo per sentito dire, ma ora i miei occhi ti hanno veduto», dice Giobbe. Molte volte anche noi conosciamo Dio per sentito dire o pretendiamo di conoscerlo, perché di lui ne abbiamo sentito parlare fin da piccoli o forse perché ci siamo fatti un’idea di lui attraverso quanto abbiamo sentito. Ma chi conosce il Dio della Bibbia? E lo si può conoscere solo incontrandolo. È una persona che viene incontro a ciascuno, che parla con tutti, che ascolta chiunque si rivolge a lui. Non è un Dio che si conosce per sentito dire. È la questione centrale della Bibbia: come incontrare Dio. Le stesse pagine bibliche sono la via migliore perché questo incontro avvenga. L’incontro sarà pieno con il Signore Gesù. Lui stesso dirà: «Chi ha visto me ha visto il Padre». Il libro di Giobbe si chiude come si era aperto. C’è un mistero insondabile, di fronte a cui nessuno può dire di aver tutto compreso. La ricostituzione di Giobbe nella sua condizione iniziale è il segno della benedizione di Dio per ogni uomo che non smette di rivolgersi a lui e non perde la speranza nella presenza benevola del Signore.

Preghiera della vigilia