Come risorgono i morti
Come risorgono i morti
M Mons. Vincenzo Paglia
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Lettura 


Salmo Responsoriale


Vangelo  


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

1Corinzi 15,35-37.42-49. Come risorgono i morti

L'apostolo per rispondere alla domanda sul modo della resurrezione della carne ricorre all'esempio del seme (il corpo terrestre) che una volta morto diventerà una pianta (il corpo risorto). È una immagine per affermare che nel giorno della resurrezione saremo gli stessi eppure anche diversi, avremo quindi la nostra "carne" ma saremo rivestiti di incorruttibilità. Si potrebbe dire che la risurrezione è il termine di un processo che dura l'intera vita. Nessuno di noi può immaginare cosa sia un corpo risorto. Però qualche idea possiamo ricavarla dai racconti evangelici che narrano i giorni di Gesù dopo la Pasqua. I Vangeli presentano lo stesso Gesù che aveva subito la morte in croce - ha ancora i segni dei chiodi nelle mani, nei piedi e nel costato - eppure è diverso: i due di Emmaus non lo riconoscono, come anche Maria e gli altri discepoli. Il riconoscimento di Gesù risorto è segnato solo dalla fede. È a dire che solo se siamo uomini "spirituali" possiamo riconoscere un corpo spirituale. Paolo suggerisce che la risurrezione - sia per comprenderla che soprattutto per accoglierla - richiede un cammino interiore, una trasformazione del cuore e della mente, ed anche del corpo, ossia dei nostri atteggiamenti. Si tratta infatti di immettere in noi i "semi di immortalità". E avviene ascoltando il Vangelo, partecipando alla santa Liturgia, vivendo la fraternità e praticando l'amore. Così cresce in noi quel seme di immortalità donatoci nel giorno del Battesimo; un seme che deve essere custodito, protetto, coltivato ogni giorno. In tal senso, l'intera nostra vita è una lotta tra il male che ci tira in basso e la grazia del Signore che vuole elevarci verso il cielo. E se la morte trova la sua causa nel peccato e nell'orgoglio, che sono nel nostro cuore, la resurrezione ha inizio quando leghiamo la nostra vita a Cristo. Il pungiglione della morte, afferma Paolo, subisce la sua sconfitta quando ci leghiamo a Gesù. Si tratta, ovviamente, di un legame vivo, fatto di obbedienza al Vangelo, di impegno nell'amore, di lotta al proprio egocentrismo. Ma l'apostolo aggiunge: "sappiate che il vostro duro lavoro nel Signore non va a vuoto".

Preghiera della vigilia