Paolo ammonisce i corinzi all’umiltà
Paolo ammonisce i corinzi all’umiltà
M Mons. Vincenzo Paglia
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Lettura 


Salmo Responsoriale


Vangelo  


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

Memoria di santa Madre Teresa di Calcutta (†1997).

1Corinzi 4,6b-15. Paolo ammonisce i corinzi all’umiltà

L’apostolo stigmatizza l’atteggiamento di sufficienza dei corinzi che è originata da una eccessiva autostima. Una tentazione che coglie di frequente i discepoli di Gesù quando dimenticano la permanente condizione di figli bisognosi di ascolto e di obbedienza alla Parola di Dio. Chi pensa di non aver più bisogno della predicazione del Vangelo, chi crede di essere più saggio e più sapiente dell’apostolo vuol dire che è lasciato riprendere da una mentalità mondana la cui conseguenza sarà l’allontanamento dal Vangelo e la rottura della comunione con gli altri. L’apostolo – in contrasto con la sicurezza ostentata dai cristiani di Corinto e da chiunque si sente a posto come loro – rivendica l’ultimo posto nel quale è messo dal mondo. Paolo sottolinea ai corinzi che mettersi alla sequela di Cristo comporta una partecipazione al suo destino di emarginazione e rifiuto a parte del mondo. È il posto delle persecuzioni, delle umiliazioni. È l’immagine del servo sofferente che già Isaia aveva predicato nel Primo Testamento. Appartenere a Cristo – sottolinea Paolo, quasi invitando a guardare il suo esempio – non è un cammino verso il successo o una vita libera da sofferenze e opposizioni. Il posto del perseguitato è il primo agli occhi di Dio: è quello occupato da Gesù che, scartato dagli uomini, è stato ben accetto a Dio. La “stoltezza” dell’apostolo, la sua debolezza, le sue sofferenze dovrebbero far riflettere i cristiani di Corinto – e anche noi – che, invece, con il loro orgoglio si erano gonfiati di superbia sino a mettere in pericolo l’unità della comunità.

Preghiera della vigilia