Attenzione nel giudicare
Attenzione nel giudicare
M Mons. Vincenzo Paglia
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Leggi le letture del giorno e il commento di Monsignor Vincenzo Paglia


Lettura 


Salmo Responsoriale


Vangelo  


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

Memoria di Mosè. Chiamato dal Signore, liberò il popolo di Israele dalla schiavitù dell’Egitto e lo guidò verso la “terra promessa”.

1Corinzi 4,1-5. Attenzione nel giudicare

L’apostolo Paolo si colloca nella prospettiva di colui che è stato chiamato, per servire e amministrare le cose di Dio, non le proprie ambizioni o i propri interessi. E aggiunge che la sua coscienza non gli rimprovera nulla. Con questa consapevolezza Paolo afferma la sua dipendenza dal giudizio di Dio e non da quello degli uomini o dei membri della comunità. E se anche quest’ultimo ci fosse, non gli basterebbe: «Il mio giudice è il Signore» scrive con decisione nella lettera. Anzi, non si giudica neppure da se stesso: la sentenza emessa nei suoi confronti non è più rilevante delle critiche mossegli dai corinzi. Quando il Signore (il Cristo) verrà – al suo «giorno» Paolo contrappone il tribunale umano – sarà lui a esercitare il giudizio «secondo verità» (Rm 2,2) svelando «le intenzioni dei cuori», anche i pensieri nascosti. Solamente allora il giusto sarà riconosciuto come tale e solo allora riceverà la lode e la ricompensa da Dio. Paolo è un servitore di Cristo e perciò soltanto il Signore può valutarne l’operato. Nella Lettera ai Romani scrive: «Chi sei tu, che giudichi un servo che non è tuo? Stia in piedi o cada, ciò riguarda il suo padrone» (Rm 14,4). Per questo l’apostolo mette in guardia i cristiani dal giudicare i frutti del ministero con i parametri mondani. Nessuno – insiste l’apostolo – può ergersi a giudice di se stesso e tanto meno degli altri. Solo il Signore può giudicare i cuori di tutti.

Preghiera della santa croce