Il profeta preannuncia l’esilio
Il profeta preannuncia l’esilio
M Mons. Vincenzo Paglia
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Lettura: Ez 12,1-12 | Mi fu rivolta questa parola del Signore: "Figlio dell'uomo, tu abiti in mezzo a una genìa di ribelli, che hanno occhi per vedere e non vedono, hanno orecchi per udire e non odono, perché sono una genìa di ribelli. Tu, figlio dell'uomo, fatti un bagaglio da esule e di giorno, davanti ai loro occhi, prepàrati a emigrare; davanti ai loro occhi emigrerai dal luogo dove stai verso un altro luogo. Forse comprenderanno che sono una genìa di ribelli. Davanti ai loro occhi prepara di giorno il tuo bagaglio, come fosse il bagaglio di un esule. Davanti a loro uscirai però al tramonto, come partono gli esiliati. Fa' alla loro presenza un'apertura nel muro ed esci di lì. Alla loro presenza mettiti il bagaglio sulle spalle ed esci nell'oscurità. Ti coprirai la faccia, in modo da non vedere il paese, perché io ho fatto di te un simbolo per gli Israeliti". Io feci come mi era stato comandato: preparai di giorno il mio bagaglio come quello di un esule e, sul tramonto, feci un foro nel muro con le mani. Uscii nell'oscurità e sotto i loro occhi mi misi il bagaglio sulle spalle. Al mattino mi fu rivolta questa parola del Signore: "Figlio dell'uomo, non ti ha chiesto la casa d'Israele, quella genìa di ribelli, che cosa stai facendo? Rispondi loro: Così dice il Signore Dio: Questo messaggio è per il principe di Gerusalemme e per tutta la casa d'Israele che vi abita. Tu dirai: Io sono un simbolo per voi. Quello che ho fatto io, sarà fatto a loro; saranno deportati e andranno in schiavitù. Il principe che è in mezzo a loro si caricherà il bagaglio sulle spalle, nell'oscurità, e uscirà per la breccia che verrà fatta nel muro per farlo partire; si coprirà il viso, per non vedere con gli occhi il paese.


Salmo Responsoriale

R. Proclameremo le tue opere, Signore.

Si ribellarono a Dio, l’Altissimo,
e non osservarono i suoi insegnamenti.
Deviarono e tradirono come i loro padri,
fallirono come un arco allentato.
R. Proclameremo le tue opere, Signore.

Lo provocarono con le loro alture sacre
e con i loro idoli lo resero geloso.
Dio udì e s’infiammò,
e respinse duramente Israele.
R. Proclameremo le tue opere, Signore.

Ridusse in schiavitù la sua forza,
il suo splendore in potere del nemico.
Diede il suo popolo in preda alla spada
e s’infiammò contro la sua eredità.
R. Proclameremo le tue opere, Signore.


Vangelo: Mt 18,21–19,1 | Allora Pietro gli si avvicinò e gli disse: "Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?". E Gesù gli rispose: "Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: "Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa". Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito. Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: "Restituisci quello che devi!". Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: "Abbi pazienza con me e ti restituirò". Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito. Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l'accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell'uomo e gli disse: "Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?". Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello". Terminati questi discorsi, Gesù lasciò la Galilea e andò nella regione della Giudea, al di là del Giordano. 


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

Ezechiele 12,1-12. Il profeta preannuncia l’esilio

Il libro di Ezechiele è costellato di azioni simboliche, gesti che Dio chiede al profeta di compiere perché siano segno per il suo popolo, affinché possa capire il tempo che sta vivendo, gli eventi, la storia. Per ben sette volte il Signore chiede al profeta di fare quanto gli è indicato «davanti agli occhi» del popolo. Tutti devono vedere, per capire. La parola di Dio deve diventare visione, deve farci alzare lo sguardo da noi stessi per andare al di là di quanto ognuno sa vedere da solo: «Figlio dell’uomo, tu abiti in mezzo a una genìa di ribelli, che hanno occhi per vedere e non vedono, orecchi per udire, e non odono, perché sono una genìa di ribelli». La “ribellione” a Dio, il rifiuto del suo amore, sono la conseguenza del non voler vedere né ascoltare. Il loro orecchio ha smesso di ascoltare la Parola di Dio e il loro cuore si è indurito sino a non saper più capire quanto sta avvenendo. Così, il profeta mostra quanto sta per avvenire: farà un bagaglio da emigrante e uscirà dalla città, in modo tale che tutti possano vedere. Il Signore attraverso il profeta vuole aiutare il suo popolo a uscire dall’incapacità a vedere oltre il presente, a guardare al futuro. È la forza della Parola di Dio, che diventa visione e segno, per indicarci il corso della storia: l’imminente caduta di Gerusalemme e la deportazione del re Sedecia e del popolo a Babilonia. Spesso nelle pagine bibliche si sottolinea che il popolo del Signore ha occhi e orecchi ma non vede le opere del Signore e non ascolta la sua Parola. Per questo chiede a Ezechiele – per sette volte, ossia senza stancarsi mai – di raccogliere rapidamente tutte le sue cose, di lasciarle fuori casa come se si stesse preparando per partire, e di aprire un varco nel muro di mattoni per uscire di casa. Questa immagine interroga il mondo in cui siamo, davanti alle guerre, alle città distrutte e alla terra devastata, a quanti come Ezechiele sono costretti a fare il bagaglio del migrante per salvare la loro vita.

Preghiera per la Chiesa