Il profeta è invitato a «mangiare» il libro
Il profeta è invitato a «mangiare» il libro
M Mons. Vincenzo Paglia
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Lettura: Ez 2,8–3,4 | Figlio dell'uomo, ascolta ciò che ti dico e non essere ribelle come questa genìa di ribelli: apri la bocca e mangia ciò che io ti do". Io guardai, ed ecco, una mano tesa verso di me teneva un rotolo. Lo spiegò davanti a me; era scritto da una parte e dall'altra e conteneva lamenti, pianti e guai. Mi disse: "Figlio dell'uomo, mangia ciò che ti sta davanti, mangia questo rotolo, poi va' e parla alla casa d'Israele". Io aprii la bocca ed egli mi fece mangiare quel rotolo, dicendomi: "Figlio dell'uomo, nutri il tuo ventre e riempi le tue viscere con questo rotolo che ti porgo". Io lo mangiai: fu per la mia bocca dolce come il miele. Poi egli mi disse: "Figlio dell'uomo, va', rècati alla casa d'Israele e riferisci loro le mie parole.


Salmo Responsoriale

R. Quanto sono dolci al mio palato le tue promesse, Signore.

Nella via dei tuoi insegnamenti è la mia gioia,
più che in tutte le ricchezze.
I tuoi insegnamenti sono la mia delizia:
sono essi i miei consiglieri.
R. Quanto sono dolci al mio palato le tue promesse, Signore.

Bene per me è la legge della tua bocca,
più di mille pezzi d’oro e d’argento.
Quanto sono dolci al mio palato le tue promesse,
più del miele per la mia bocca.
R. Quanto sono dolci al mio palato les tue promesse, Signore.

Mia eredità per sempre sono i tuoi insegnamenti,
perché sono essi la gioia del mio cuore.
Apro anelante la mia bocca,
perché ho sete dei tuoi comandi.
R. Quanto sono dolci al mio palato le tue promesse, Signore.


Vangelo: Mt 18,1-5.10.12-14 | In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: "Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?". Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: "In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me. Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli. Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita? In verità io vi dico: se riesce a trovarla, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite. Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda. 


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

Memoria di santa Chiara d’Assisi (†1253), discepola di san Francesco sulla via della povertà e della semplicità evangelica.

Ezechiele 2,8–3,4. Il profeta è invitato a «mangiare» il libro

Il profeta riceve da Dio la missione mediante una specie di liturgia sacramentale. Anzitutto, Dio chiede a Ezechiele di ascoltare e obbedire: «Figlio dell’uomo, ascolta ciò che ti dico e non essere ribelle». Egli non sa ancora quale sarà il compito che il Signore gli affida, ma la condizione previa è l’ascolto della Parola di Dio. Davanti al Signore siamo chiamati anzitutto ad ascoltare, perché solo chi ascolta può vivere la Parola. È questo il senso della fede che «nasce dall’ascolto», come dirà l’apostolo Paolo (Rm 10,17). Tutti allora possono diventare credenti, cominciando ad affidarsi a questa Parola, che è anzitutto racchiusa nella Bibbia. Quasi per indicare il senso e la verità di quanto gli è stato appena detto, il Signore lo invita a nutrirsi di un “rotolo”, simbolo proprio della Parola che il profeta deve ascoltare e anche leggere. Si scriveva infatti allora su “rotoli” di pergamena. In esso è contenuto ciò che il Signore vuole sia comunicato e che deve scendere nelle profondità del cuore e della stessa carne del profeta, perché la Parola di Dio è il suo e il nostro cibo, ciò che nutre la nostra vita e che può nutrire anche la vita degli altri. Per questo il profeta è colui che anzitutto è chiamato a comunicare questa Parola perché possa nutrire la fame di tutti coloro che avranno la grazia e la gioia di ascoltarla e nutrirsi di quel rotolo. Egli deve a tal punto nutrirsi delle Sante Scritture da diventare egli stesso parola vivente, ossia comunicarla con le sue parole, la sua esistenza, i suoi gesti.

Preghiera con Maria, madre del Signore