Lettura: 2Cor 9,6-10 | Tenete presente questo: chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà e chi semina con larghezza, con larghezza raccoglierà. Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia. Del resto, Dio ha potere di far abbondare in voi ogni grazia perché, avendo sempre il necessario in tutto, possiate compiere generosamente tutte le opere di bene. Sta scritto infatti: Ha largheggiato, ha dato ai poveri, la sua giustizia dura in eterno. Colui che dà il seme al seminatore e il pane per il nutrimento, darà e moltiplicherà anche la vostra semente e farà crescere i frutti della vostra giustizia.
Salmo Responsoriale
R. Beato l’uomo che teme il Signore.
Beato l’uomo che teme il Signore
e nei suoi precetti trova grande gioia.
Potente sulla terra sarà la sua stirpe,
la discendenza degli uomini retti sarà benedetta.
R. Beato l’uomo che teme il Signore.
Felice l’uomo pietoso che dà in prestito,
amministra i suoi beni con giustizia.
Egli non vacillerà in eterno:
eterno sarà il ricordo del giusto.
R. Beato l’uomo che teme il Signore.
Egli dona largamente ai poveri,
la sua giustizia rimane per sempre,
la sua fronte s’innalza nella gloria.
R. Beato l’uomo che teme il Signore.
Vangelo: Gv 12,24-26 | In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà.
Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia
Festa di san Lorenzo (†258), diacono e martire. Indicò nei poveri il vero tesoro della Chiesa. Memoria di chi li serve in nome del Vangelo.
Ezechiele 1,2-5.24-28c. La vocazione di Ezechiele
La liturgia ci propone a partire da oggi alcuni brani del profeta Ezechiele. Di lui si conosce molto poco. Era un uomo sposato e membro di una famiglia sacerdotale che si era formato nell’ambiente del tempio di Gerusalemme, ma che aveva vissuto il suo ministero di profeta per lo più nella diaspora babilonese. In questa situazione il profeta ebbe il compito di aiutare il popolo di Israele a ricomprendere l’alleanza con Dio. La vocazione di Ezechiele è una chiamata che avviene dentro la nuova condizione di Israele. Dio parla sempre dentro la storia degli uomini per rendere possibile la salvezza anche in situazioni che sembrano impossibili, come quella di un popolo esiliato. Siamo nei primi capitoli. Dio si manifesta al profeta con i connotati tipici che accompagnano altrove la sua presenza: vento impetuoso (ricordiamo la Pentecoste), nube (accompagnava Israele nel deserto), fuoco (il Sinai). Nei tempi difficili Dio non si nasconde, prepara la sua venuta, perché non abbandona il suo popolo. Lui, che dimorava nel tempio di Gerusalemme (ed Ezechiele ben lo sapeva come sacerdote), ora si manifesta anche qui, nell’esilio. Per questo il profeta deve descrivere con varie immagini il suo arrivo: i quattro esseri umani, con sembianze anche animali (che più avanti saranno i cherubini, 10,1ss), poi il carro, il firmamento, su cui è poggiato il trono, su cui troneggia la gloria di Dio, la sua presenza visibile. Tutta la creazione – uomini, animali, firmamento – sono coinvolti in questa manifestazione, quasi a dire che sta avvenendo qualcosa di straordinario e di assolutamente nuovo. Per questo il profeta, davanti alla gloria del Signore, non può che fermarsi: «Quando la vidi, caddi con la faccia a terra e udii la voce di uno che parlava». Ecco il senso di quella manifestazione di Dio: vuole parlare al profeta, per questo egli lo deve vedere e accogliere.
Preghiera per i poveri

