Cantico di Ezechia
Cantico di Ezechia
M Mons. Vincenzo Paglia
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Leggi le letture del giorno e il commento di Monsignor Vincenzo Paglia


Lettura: Is 38,1-6.21-22.7-8 | 


Salmo Responsoriale


Vangelo: Mt 12,1-8 |  


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

Isaia 38,1-6.21-22.7-8. Cantico di Ezechia

Il racconto della malattia e della guarigione di Ezechia dipinge il ritratto di un re che ripone tutta la sua fiducia in Dio. Il re sente che la sua malattia si è aggravata e sta per morire. Ezechia si rivolge al Signore: gli ricorda la sua lealtà e obbedienza passata. Può chiedergli un segno come accoglienza della promessa divina. In effetti, Ezechia era un grande re per il suo popolo. Aveva lottato perché Israele, abbandonati gli idoli, tornasse al Signore. Ma ora la sua vita sta per avere termine: «A metà dei miei giorni me ne vado – inizia a dire il re – sono trattenuto alle porte degli inferi per il resto dei miei anni». Anche gli uomini saggi e giusti sono toccati dalle difficoltà della vita. Il re rivolge un’accorata preghiera al Signore descrivendogli il suo dolore e invocandone l’aiuto: «Signore, sono oppresso, proteggimi». Il re comprende che la malattia e le difficoltà non sono una punizione di Dio. Le pagine bibliche ci esortano a rivolgerci a Dio sempre. E a invocare ancor più il suo aiuto nei momenti della sofferenza, nelle difficoltà, esponendogli anche i motivi e le angosce che opprimono la nostra vita. Dio – che è un padre buono – ascolta il figlio che si rivolge a lui, non è sordo all’invocazione di aiuto dei poveri e degli oppressi. La supplica del re riceve risposta dal profeta: il Signore ha ascoltato la sua preghiera, la esaudisce e l’allarga anche a Gerusalemme, ed entrambi, il re e la città, saranno amati dal Signore e da lui saranno protetti e salvati.

Preghiera della santa croce