Culto e giustizia
Culto e giustizia
M Mons. Vincenzo Paglia
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Leggi le letture del giorno e il commento di Monsignor Vincenzo Paglia


Lettura: Is 1,10-17 | 


Salmo Responsoriale


Vangelo: Mt 10,34–11,1 |  


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

Isaia 1,10-17. Culto e giustizia

Con l'invito ad ascoltare la parola del Signore, rivolta ai capi e al popolo, si apre la seconda parte della invettiva del profeta che occupa l'intero primo capitolo del libro di Isaia. Il profeta insiste perché si ascolti la parola del Signore. È nell'ascolto fedele alla parola del Signore, infatti, che si può nutrire una speranza di salvezza anche nelle situazioni più difficili. Tutto Israele, i suoi capi e il popolo, è paragonato a Sodoma e Gomorra, le due città che si erano macchiate del peccato di inospitalità verso lo straniero e per questo erano state distrutte. È una similitudine foriera di un'analoga fine. L'invettiva del profeta è robusta e ultimativa: "Perché mi offrite i vostri sacrifici senza numero? - dice il Signore - Sono sazio degli olocausti di montoni e del grasso di pingui vitelli". E con una severa ingiunzione: "Smettete di presentare offerte inutili... Io detesto i vostri noviluni e le vostre feste; per me sono un peso, sono stanco di sopportarli". Sono parole di una durezza inusitata. In verità, già il profeta Osea, di fronte ad un analogo comportamento, faceva rispondere a Dio: "Voglio l'amore e non il sacrificio, la conoscenza di Dio più degli olocausti" (6,6). Il Signore non solo non gradisce, addirittura prova disgusto di ogni atto religioso se non è accompagnato dalla misericordia e dalla compassione. Questa pagina del profeta Isaia risuona con ancor maggiore urgenza in questo anno nel quale papa Francesco vuole aprirci il cuore e la mente ad accogliere e a comprendere la misericordia del Signore che già nel Vecchio Testamento appare in tutta la sua forza come l'architrave dell'agire di Dio nella storia. È in questa linea di profondità spirituale che Isaia ci fa comprendere che non basta stendere le mani verso Dio per la preghiera, se esse non sono piene di amore e di giustizia verso chi è debole e povero. Dio stesso invita a discutere con lui, perché cessiamo di fare il male e impariamo a compiere il bene e ad amare i poveri. Anche se i nostri peccati sono gravi, anche se ci ostiniamo ad ascoltare solo noi stessi, il Signore, che è davvero amico dell'uomo, è pronto a perdonare e a rinnovare la nostra vita se ci lasciamo invadere dalla sua misericordia.

Preghiera per i poveri