Dio ci dona tutto per una vita santa
Dio ci dona tutto per una vita santa
M Mons. Vincenzo Paglia
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Lettura: 2Pt 1,1-7 | Simon Pietro, servo e apostolo di Gesù Cristo, a coloro ai quali il nostro Dio e salvatore Gesù Cristo, nella sua giustizia, ha dato il medesimo e prezioso dono della fede: grazia e pace siano concesse a voi in abbondanza mediante la conoscenza di Dio e di Gesù Signore nostro. La sua potenza divina ci ha donato tutto quello che è necessario per una vita vissuta santamente, grazie alla conoscenza di colui che ci ha chiamati con la sua potenza e gloria. Con questo egli ci ha donato i beni grandissimi e preziosi a noi promessi, affinché per loro mezzo diventiate partecipi della natura divina, sfuggendo alla corruzione, che è nel mondo a causa della concupiscenza. Per questo mettete ogni impegno per aggiungere alla vostra fede la virtù, alla virtù la conoscenza, alla conoscenza la temperanza, alla temperanza la pazienza, alla pazienza la pietà, alla pietà l'amore fraterno, all'amore fraterno la carità.


Salmo Responsoriale

R. Mio Dio, in te confido.

Chi abita al riparo dell’Altissimo
passerà la notte all’ombra dell’Onnipotente.
Io dico al Signore: «Mio rifugio e mia fortezza,
mio Dio in cui confido».
R. Mio Dio, in te confido.

«Lo libererò, perché a me si è legato,
lo porrò al sicuro, perché ha conosciuto il mio nome.
Mi invocherà e io gli darò risposta;
nell’angoscia io sarò con lui.
R. Mio Dio, in te confido.

Lo libererò e lo renderò glorioso.
Lo sazierò di lunghi giorni
e gli farò vedere la mia salvezza».
R. Mio Dio, in te confido.


Vangelo: Mc 12,1-12 | Si mise a parlare loro con parabole: "Un uomo piantò una vigna, la circondò con una siepe, scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. Al momento opportuno mandò un servo dai contadini a ritirare da loro la sua parte del raccolto della vigna. Ma essi lo presero, lo bastonarono e lo mandarono via a mani vuote. Mandò loro di nuovo un altro servo: anche quello lo picchiarono sulla testa e lo insultarono. Ne mandò un altro, e questo lo uccisero; poi molti altri: alcuni li bastonarono, altri li uccisero. Ne aveva ancora uno, un figlio amato; lo inviò loro per ultimo, dicendo: "Avranno rispetto per mio figlio!". Ma quei contadini dissero tra loro: "Costui è l'erede. Su, uccidiamolo e l'eredità sarà nostra!". Lo presero, lo uccisero e lo gettarono fuori della vigna. Che cosa farà dunque il padrone della vigna? Verrà e farà morire i contadini e darà la vigna ad altri. Non avete letto questa Scrittura: La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d'angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi?". E cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla; avevano capito infatti che aveva detto quella parabola contro di loro. Lo lasciarono e se ne andarono.


 Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

Nella basilica di Santa Maria in Trastevere si prega per i malati.

2 Pietro 1,2-7. Dio ci dona tutto per una vita santa

L’apostolo Pietro apre con solennità questa sua seconda lettera. Si presenta con il nome datogli da Gesù per sottolineare che l’autorevolezza di “apostolo” gli deriva dal “nome” che gli è stato dato; ma nello stesso tempo ricorda anche il suo vecchio nome per non dimenticare la sua condizione di umiltà. L’apostolo sa che la vera autorevolezza è quella di essere assieme “servo” e “apostolo” di Gesù: come apostolo è inviato dal Signore e da Lui in tutto dipende, e come servo vuole far comprendere che la sua missione è al servizio della vita della comunità dei discepoli. Dalle parole che scrive emerge la sua preoccupazione perché alcuni falsi maestri stanno avvelenando la vita della comunità cristiana. Sente la sua responsabilità pastorale e si rivolge ai membri della comunità per riproporre la centralità della fede in Gesù, mettendoli in guardia da coloro che vogliono allontanarli dal Vangelo che resta l’unica via per giungere alla “conoscenza di colui che ci ha chiamati”. La Parola evangelica è la sorgente della nuova vita e del nuovo modo di comportarsi dei cristiani. L’apostolo suggerisce una sorta di itinerario spirituale per il credente perché cresca nella conoscenza e nell’amore di Gesù. Avverte che è dalla fede, ossia dall’adesione al Vangelo, che si snoda l’intera vita del cristiano che trova il suo culmine nell’amore, in quel comandamento nuovo che Gesù ha consegnato ai suoi discepoli. Scrive perciò ai credenti: “mettete ogni impegno per aggiungere alla vostra fede la virtù, alla virtù la conoscenza, alla conoscenza la temperanza, alla temperanza la pazienza, alla pazienza la pietà, alla pietà l'amore fraterno, all'amore fraterno la carità”. Tutto si conclude e realizza pienamente solo nella “carità” (agape), che è più dell’amore fraterno (philadelphia), perché è la richiesta di vivere lo stesso amore gratuito di Dio. Il cristiano perciò è un discepolo che cresce nell’ascolto continuo e attento del Vangelo per divenire in mezzo agli uomini un testimone dell’amore senza confini di Dio. Infatti, quanto più assomigliamo a Dio tanto più questa somiglianza ci spinge a vivere con lo stesso amore. La conoscenza vera di Gesù porta all’amore e salva i credenti dalla cecità e dalla miopia; percorrendo con fedeltà questo cammino spirituale i discepoli di Gesù - scrive Pietro - "non cadranno mai”.

Preghiera per i malati