Domenica dell’Ascensione
Domenica dell’Ascensione
M Mons. Vincenzo Paglia
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Prima Lettura: At 1,1-11 | Nel primo racconto, o Teòfilo, ho trattato di tutto quello che Gesù fece e insegnò dagli inizi fino al giorno in cui fu assunto in cielo, dopo aver dato disposizioni agli apostoli che si era scelti per mezzo dello Spirito Santo. Egli si mostrò a essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, durante quaranta giorni, apparendo loro e parlando delle cose riguardanti il regno di Dio. Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere l'adempimento della promessa del Padre, "quella - disse - che voi avete udito da me: Giovanni battezzò con acqua, voi invece, tra non molti giorni, sarete battezzati in Spirito Santo". Quelli dunque che erano con lui gli domandavano: "Signore, è questo il tempo nel quale ricostituirai il regno per Israele?". Ma egli rispose: "Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere, ma riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra". Detto questo, mentre lo guardavano, fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi. Essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava, quand'ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: "Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l'avete visto andare in cielo".


Salmo Responsoriale

R. Ascende il Signore tra canti di gioia.
Oppure:
R. Alleluia, alleluia, alleluia.

Popoli tutti, battete le mani!
Acclamate Dio con grida di gioia,
perché terribile è il Signore, l'Altissimo,
grande re su tutta la terra.
R. Ascende il Signore tra canti di gioia.

Ascende Dio tra le acclamazioni,
il Signore al suono di tromba.
Cantate inni a Dio, cantate inni,
cantate inni al nostro re, cantate inni.
R. Ascende il Signore tra canti di gioia.

Perché Dio è re di tutta la terra,
cantate inni con arte.
Dio regna sulle genti,
Dio siede sul suo trono santo.
R. Ascende il Signore tra canti di gioia.


Seconda Lettura: Ef 1,17-23 | Affinché il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di lui; illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi e qual è la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi, che crediamo, secondo l'efficacia della sua forza e del suo vigore. Egli la manifestò in Cristo, quando lo risuscitò dai morti e lo fece sedere alla sua destra nei cieli, al di sopra di ogni Principato e Potenza, al di sopra di ogni Forza e Dominazione e di ogni nome che viene nominato non solo nel tempo presente ma anche in quello futuro. Tutto infatti egli ha messo sotto i suoi piedi e lo ha dato alla Chiesa come capo su tutte le cose: essa è il corpo di lui, la pienezza di colui che è il perfetto compimento di tutte le cose.


Vangelo: Mt 28,16-20 | Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: "A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo". 


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

At 1,1-11; Sal 47(46); Eb 9,24-28.10,19-23; Lc 24,46-53

“Signore è questo il tempo nel quale ricostituirai il regno di Israele?” chiesero i discepoli a Gesù. E noi: “Signore, quando finiranno le guerre, quando i popoli termineranno di combattersi? quando termineranno i soprusi e, finalmente, verrà la desideratissima pace? … Quanto tempo – mesi, anni - dobbiamo attendere ancora?”. “Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere”. Certo, non spetta a noi conoscere. Lo sa bene Gesù ma, come allora, non ci lascia nell’angoscia: “Riceverete la forza dello Spirito Santo che scenderà su di voi”. Subito dopo questa rassicurazione – nota l’autore degli Atti – Gesù venne “elevato in cielo e sedette alla destra di Dio”. Questo mistero lo vediamo raffigurato nel mosaico absidale di questa Basilica: Gesù sta seduto sul trono con accanto la Madre e in alto, sul suo capo, la mano di Dio con la corona di gloria. L’ascensione, potremmo dire, compie la Pasqua: l’umanità – con Gesù, il primogenito – giunge alla sua pienezza e destinazione ultima. La storia degli uomini da allora non cammina più a tentoni, non è più in balia delle forze del male e con l’angoscia per il domani. Gesù è il Signore della storia. Certo, il male continua la sua azione distruttiva, anche se è stato radicalmente sconfitto. E’ questo il mistero della Pasqua che abbiamo celebrato in questo tempo e che - Gesù ricorda anche a noi - riguarda l’intera famiglia dei popoli: “riceverete la forza dello Spirito Santo che scenderà su di voi e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria fino ai confini della terra”. Potremmo dire: come il cielo circonda la terra, così il potere del Risorto si estende dovunque, appunto, come il cielo circonda la terra. Non si apriva un vuoto. I discepoli compresero che ovunque fossero andati Gesù li avrebbe accompagnati con il suo stesso potere: scacciare demoni, neutralizzare i veleni dei serpenti di ogni tempo, guarire le malattie le infermità. Ecco perché i discepoli – come nota Luca – se ne tornarono a Gerusalemme con “grande gioia". Sì, il cammino della Chiesa nel mondo senza la presenza visibile di Gesù inizia con grande gioia. Certo, lo stupore di quel momento fu notevole. Luca – che annota con cura gli atteggiamenti dei discepoli – scrive che mentre stavano fissi a guardare il cielo, ecco due angeli: “uomini di Galilea”, uomini della periferia, “perché state a guardare il cielo?” Questa santa liturgia – care sorelle e cari fratelli - possiamo somigliarla ai due angeli che esortano anche noi a non restare a guardare il nostro piccolo cielo; come uomini delle Galilee di oggi, siamo esortati a recarci lì dove il Risorto incontra i poveri, i malati, i soli, lì dove le guerre, le stragi, i conflitti, continuano a mietere vittime. E’ qui che il Risorto vuole far risorgere i popoli ad una vita nuova, fraterna e solidale. E chiede a noi, come ai discepoli di allora, le nostre braccia per sostenere i deboli, la nostra voce per comunicare il Vangelo. E’ bella l’immagine dell’ascensione – è l’ultima apparizione del Risorto - con cui Luca chiude il suo Vangelo. E’ come una piccola conclusione liturgica: “li condusse fuori verso Betania – quante volte lo avevano fatto! - e, alzate le mani, li benedisse. E mentre li benediceva si staccò da loro”. Il Signore risorto, che in questo tempo di Pasqua abbiamo visto prima elevato sulla croce e poi risorto dalla morte, si eleva verso il cielo verso il Padre e benedice, ci mette sotto la protezione di Dio; benedice la Comunità inviata a rendere presente il Risorto a tutti i popoli della terra perché tutti possano ascoltare il Vangelo dell’amore e della pace e convertire il cuore a Dio. Una missione che richiede la “perseveranza nella preghiera comune”, come i discepoli con Maria nel cenacolo, e attendere dal Padre e dal Figlio, l’effusione dello Spirito Santo perché possa avvenire ancora oggi una nuova Pentecoste per la Chiesa e per tutti i popoli della terra.

Preghiera nel giorno del Signore