Traversata dell’Asia Minore
Traversata dell’Asia Minore
M Mons. Vincenzo Paglia
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Leggi le letture del giorno e il commento di Monsignor Vincenzo Paglia


Lettura: At 16,1-10 | Paolo si recò anche a Derbe e a Listra. Vi era qui un discepolo chiamato Timòteo, figlio di una donna giudea credente e di padre greco: era assai stimato dai fratelli di Listra e di Icònio. Paolo volle che partisse con lui, lo prese e lo fece circoncidere a motivo dei Giudei che si trovavano in quelle regioni: tutti infatti sapevano che suo padre era greco. Percorrendo le città, trasmettevano loro le decisioni prese dagli apostoli e dagli anziani di Gerusalemme, perché le osservassero. Le Chiese intanto andavano fortificandosi nella fede e crescevano di numero ogni giorno. Attraversarono quindi la Frìgia e la regione della Galazia, poiché lo Spirito Santo aveva impedito loro di proclamare la Parola nella provincia di Asia. Giunti verso la Mìsia, cercavano di passare in Bitìnia, ma lo Spirito di Gesù non lo permise loro; così, lasciata da parte la Mìsia, scesero a Tròade. Durante la notte apparve a Paolo una visione: era un Macèdone che lo supplicava: "Vieni in Macedonia e aiutaci!". Dopo che ebbe questa visione, subito cercammo di partire per la Macedonia, ritenendo che Dio ci avesse chiamati ad annunciare loro il Vangelo.


Salmo Responsoriale

R. Acclamate il Signore, voi tutti della terra.
Oppure:
R. Alleluia, alleluia, alleluia.

Acclamate al Signore, voi tutti della terra,
servite il Signore nella gioia,
presentatevi a lui con esultanza.
R. Acclamate il Signore, voi tutti della terra.

Riconoscete che solo il Signore è Dio:
egli ci ha fatti e noi siamo suoi,
suo popolo e gregge del suo pascolo.
R. Acclamate il Signore, voi tutti della terra.

Perché buono è il Signore,
il suo amore è per sempre,
la sua fedeltà di generazione in generazione.
R. Acclamate il Signore, voi tutti della terra.


Vangelo: Gv 15,18-21 | Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia. Ricordatevi della parola che io vi ho detto: "Un servo non è più grande del suo padrone". Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato.  


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

Memoria del profeta Isaia.

Atti 16,1-10. Traversata dell’Asia Minore

Il capitolo 16 degli Atti fa superare alla Parola di Dio i confini dell'Asia. L'autore sottolinea che la decisione di passare in Europa non nasce da una strategia dell'apostolo Paolo quanto da una domanda che saliva dal cuore stesso di quella regione dell'Impero. È questo il senso dell'appello del macedone a Paolo. Quest'uomo europeo appare in visione a Paolo e lo supplica dicendo: «Vieni in Macedonia e aiutaci!». Era una preghiera pressante, quasi un imperativo. Era comunque una "visione". L'apostolo non compie la sua missione a testa bassa, non vive il compito di annunciatore del Vangelo come un freddo impiegato. Egli si lascia conquistare dalle "visioni" che il Vangelo apre ai suoi occhi. Paolo sente l'urgenza impellente che il Vangelo sia predicato ovunque: e si lascia travolgere dal grido di chi ne ha bisogno. Paolo ascolta il grido di coloro che invocano la salvezza, si interroga su come impostare la predicazione, su come toccare i cuori di tutti. L'apostolo ha accolto il sogno evangelico, la visione missionaria che Gesù aveva donato agli apostoli. Da quel giorno, la visione verso l'Europa si concretizza. Paolo, rispondendo a quel grido, apriva le porte dell'intero Occidente alla predicazione cristiana. Il Vangelo superava i confini, certamente importanti, ma pur sempre ristretti dell'Asia Minore, ed entrava in Europa, verso Roma, cuore dell'Impero romano. C'è da dire che quel grido di aiuto resta forte anche oggi: sale dalle città europee e dalle sue grandi periferie segnate da violenza e odio, come anche da indifferenza e chiusura. L'Europa ha bisogno di una rinnovata predicazione evangelica. Il grido del "macedone" di oggi è il grido dei poveri, degli stranieri, degli emarginati, dei carcerati, degli anziani, di tanti che sono abbandonati ed esclusi. E, in un'epoca di globalizzazione, il "macedone" non è solo un paese o un continente, ma tutti i paesi e tutti i continenti ove c'è violenza e ingiustizia. L'Europa – o meglio, le Chiese cristiane europee – sono chiamate ad ascoltare, come fece Paolo in quella notte, questo largo grido, questa larga invocazione che sale anche dai numerosi popoli del Sud del mondo che chiedono sostegno e aiuto. I poveri e i deboli del mondo intero gridano alle Chiese cristiane: «Passate da noi e portateci aiuto!».

Preghiera della vigilia