Conversione di Zaccheo
M Mons. Vincenzo Paglia
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Vangelo (Lc 19,1-10) -In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».

Il commento al Vangelo a cura di Monsignor Vincenzo Paglia

Gesù ci insegna a guardarci intorno con l’occhio attento dell’amore, che non giudica, che non dà nulla per scontato, che trova sempre il motivo di una speranza. Su Zaccheo nessuno sperava nulla: era un uomo ricco, diremmo oggi “realizzato” anche se nella disonestà, ma era pure piccolo, basso di statura, forse anche di cuore, preoccupato dei suoi affari, e delle sue cose, che senza tanti scrupoli aveva accumulato persino rubando. Cosa sperare da un uomo così? Altri imbrogli? Cosa va a fare Gesù a casa sua? Questo avranno pensato i tanti benpensanti che cominciano a «mormorare». La “mormorazione”, il “pettegolezzo”, le “chiacchiere” appartengono a chi non sa vedere che il male, ed è facile cadere nella maldicenza, perché davanti ai peccatori è facile sentirsi giusti. Gesù guarda Zaccheo con gli occhi di Dio, senza disprezzo, solo con amore. «Oggi devo fermarmi a casa tua!». È la buona notizia per Zaccheo, è il suo Vangelo, e anche il nostro, perché queste parole ci fanno chiedere se non abbiamo anche noi bisogno che Gesù si fermi a casa nostra, nel nostro cuore e nella nostra vita. Il vero peccato è non amare. E il Vangelo, la buona notizia, è dire che Dio ama tutti e vuole venire a casa nostra. Gesù è entrato nella casa di Zaccheo perché anche Zaccheo conoscesse l’amore e si sentisse amato. Gesù vuole cenare con Zaccheo, e per la Bibbia cenare con qualcuno significa entrare in intimità con lui, far parte della sua vita. E spesso è difficile per noi pensare Dio nella nostra vita, con i suoi errori, i suoi sbagli, il nostro peccato! Gesù non rimprovera nulla a Zaccheo: «Non ha guardato al peccato dell’uomo, in vista del pentimento». Gesù non lo condanna, ma entra nella sua casa e chiede di cenare insieme, di condividere la sua vita così com’è anche con il suo peccato perché vuole perdonarlo. Dio, forse, ancora aspetta il permesso per entrare in casa nostra e cenare con noi. E nella gioia di quell’incontro non è pesante «dare metà dei beni ai poveri, e se ha frodato qualcuno, restituire quattro volte tanto».