XXXII del tempo ordinario
M Mons. Vincenzo Paglia
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Vangelo (Mc 12, 38-44) - In quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa». Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».

Il commento al Vangelo a cura di Monsignor Vincenzo Paglia

«La folla numerosa lo ascoltava volentieri», nota il Vangelo. Perché? Ascoltare il Vangelo, e ascoltarlo volentieri, è decisivo per la salvezza. Già l’antico libro del Siracide esortava l’uomo saggio: «Ascolta volentieri ogni discorso su Dio» (6,35). Siamo al termine del viaggio di Gesù verso Gerusalemme e il contrasto con gli scribi e i farisei ha raggiunto il suo culmine. Scribi e farisei sono coloro che pretendono di dettare cosa sia la felicità o l’infelicità, che governano le coscienze. Gesù, con la sola predicazione del Vangelo denuncia il loro comportamento: «Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere». Le case delle vedove sono quelle di chi non ha nessuno che li difenda. Ancora oggi sono molte le case di vedove e di orfani non difesi, a volte si tratta di paesi interi. Sì, ci sono tante vedove come quella di Zarepta, di cui si parla nel Primo libro dei Re. In tante case e in tante terre non c’è da mangiare per il domani. Non c’è futuro. Chi guarderà queste vedove? Chi si prenderà cura di loro? Gesù le guarda e le difende. Le guarda con gli stessi occhi con i quali ha fissato la vedova che dava la sua offerta per il tempio. Gesù la vede mentre getta nel tesoro due soli spiccioli. Nessuno, ovviamente, vi fa caso. Non è di famiglia nobile per attirare l’attenzione; non appartiene al mondo delle persone ricche o famose per essere notata. Ma è guardata con affetto e ammirazione da Gesù. Solo lui se ne accorge. Ai discepoli, distratti o attenti solo a ciò che fa impressione, Gesù insegna a guardare con amore e attenzione anche le cose più piccole.
Non è un caso che un episodio così insignificante, e comunque così poco appariscente, sia posto dall’evangelista a conclusione della vita pubblica di Gesù e del suo insegnamento nel tempio di Gerusalemme. Al contrario del giovane ricco che «se ne andò triste» perché aveva molti beni e volle conservarli per sé (Mc 10,22), questa povera vedova, donando tutto, ci insegna come amare Dio e il Vangelo. Ella si allontanò felice. Potremmo dire che era vedova davanti agli uomini, ma amata da Gesù che ha posto il suo sguardo su di lei. È la felicità che i discepoli – noi compresi – gustano ogni volta che si affidano al Signore e alla sua misericordia. Non importa se la nostra fede sembra come due spiccioli, se è sincera è tutto.