Cristo è venuto per servire e dare la propria vita
M Mons. Vincenzo Paglia
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Vangelo (Mc 10,32-45) - In quel tempo, mentre erano sulla strada per salire a Gerusalemme, Gesù camminava davanti ai discepoli ed essi erano sgomenti; coloro che lo seguivano erano impauriti. Presi di nuovo in disparte i Dodici, si mise a dire loro quello che stava per accadergli: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani, lo derideranno, gli sputeranno addosso, lo flagelleranno e lo uccideranno, e dopo tre giorni risorgerà». Gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato». Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

Il commento al Vangelo a cura di Monsignor Vincenzo Paglia

Il Vangelo ci presenta Gesù che continua a camminare con i discepoli verso Gerusalemme. E, non a caso, l’evangelista fa notare che sta «davanti a loro», appunto come fa il pastore, mostrando così la responsabilità di colui che guida con amore coloro che gli sono stati affidati. Gesù confida loro, per la terza volta, quel che gli accadrà a Gerusalemme. Gli Apostoli – e gli altri – restano “sgomenti”. Dopo aver detto queste cose, Giacomo e Giovanni si avvicinano a Gesù e gli chiedono di sedere alla sua destra, ossia di avere un posto alto e importante. Questo suona ancor più triste per lo stridente contrasto con quanto Gesù ha appena confidato ai discepoli. Ancora una volta, come era successo poco prima, i discepoli sono molto distanti dalle parole del maestro. Erano ancora succubi della mentalità del mondo. Non potevano pensare a Gesù come un Messia condannato e ucciso! E Gesù insegna ancora come si deve intendere il potere tra i cristiani: «Chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti». Gesù indica qual è la via del discepolo: servire gratuitamente e generosamente i fratelli e i poveri. Nella comunità cristiana è grande colui che serve. E chi vuole essere il primo deve esserlo nel servizio, non nel comando. E Gesù ne dà per primo l’esempio: «Anche il Figlio dell’uomo, infatti, non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti». Ogni cristiano, al pari della comunità alla quale appartiene, è chiamato a contemplare Gesù e a imitarlo.