12|27 Giovanni e Pietro corrono verso la tomba vuota
12|27 Giovanni e Pietro corrono verso la tomba vuota
M Mons. Vincenzo Paglia
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Vangelo (Gv 20,2-8) - Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala corse e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.

Il commento al Vangelo a cura di Monsignor Vincenzo Paglia

Giovanni è tra i primi quattro discepoli chiamati da Gesù. La tradizione lo indica come il discepolo «che Gesù amava», quello che durante l’ultima cena poté appoggiare, unico, il suo capo sul petto di Gesù. Assieme a Pietro e Giacomo, accompagnò Gesù nell’orto degli ulivi durante l’agonia. Ma, come gli altri, anche lui fuggì, lasciando Gesù solo. Tornò subito però sui suoi passi e seguì Gesù sin sotto la croce. E qui accolse l’invito a prendere con sé Maria, la madre di Gesù. Il Vangelo di oggi lo presenta al mattino presto del giorno di Pasqua, mentre corre con Pietro verso il sepolcro. Più giovane di Pietro, giunge prima, vede le bende per terra, ma non entra. Aspetta Pietro, più anziano. I Padri commentano: l’amore corre più in fretta e arriva prima. E, tuttavia, Giovanni sa attendere che giunga anche l’altro fratello per entrare assieme nella tomba. Non si corre mai da soli. Il “noi”, l’essere assieme, per i discepoli di Gesù vale più dell’“io”. Gesù lo aveva insegnato loro già durante la vita pubblica, quando inviò i discepoli «due a due». In due entrarono nel sepolcro. E Giovanni, appena entrò, «vide e credette». Comprese subito che il corpo di Gesù non era stato trafugato (vista la presenza delle bende sul luogo ove l’avevano deposto) e credette. La sua testimonianza, raccolta nel quarto Vangelo e nelle Lettere, è tutta centrata sulla predicazione dell’amore di Dio e dei fratelli, intesa come il cuore del messaggio del maestro. Si racconta che, molto avanti negli anni, veniva portato su una sedia nell’assemblea dei cristiani e ripeteva sempre il comandamento dell’amore. E alla richiesta sul perché continuasse a ripeterlo, diceva: «Perché è il comandamento del Signore! Se lo si pratica, questo basta».