Interventi caritativi CEI: risposte immediate, percorsi di rinascita

Scritto il 13/10/2025
da

Sostenere comunità e persone in condizioni di vulnerabilità sociale ed economica e ridare dignità, ascolto e speranza: è il filo rosso che lega molti degli 83 progetti approvati ad ottobre e sostenuti con quasi 14,5 milioni di euro dai fondi dell’8xmille.

“La povertà – sottolinea papa Leone XIV nel Messaggio per la IX Giornata Mondiale dei Poveri che si celebra il prossimo 16 novembre – ha cause strutturali che devono essere affrontate e rimosse. Mentre ciò avviene, tutti siamo chiamati a creare nuovi segni di speranza che testimoniano la carità cristiana”. È quanto la Chiesa cattolica fa, anche in contesti profondamente segnati da grave disagio e sofferenza, dove i fondi dell’8xmille diventano risposte immediate a bisogni primari, ma anche occasioni per restituire dignità, ascolto e visibilità a chi vive ai margini, generando percorsi di rinascita personale e comunitaria. Nella riunione di ottobre il Comitato per gli interventi caritativi per lo sviluppo dei popoli ha messo a disposizione 14.407.829 euro per 83 progetti: 44 in Africa (€ 7.768.213), 24 in Asia (€ 4.362.311), 13 in America Latina (€ 1.915.612), 1 in Medio Oriente (€ 236.220), 1 in Europa (€ 125.473). Sono iniziative che mirano direttamente a mobilitare le comunità che si prendono cura delle persone in situazioni di povertà estrema.
Come avviene in Burundi, nella Diocesi di Muyinga, dove la Caritas locale, insieme al Foyer d’Enfants du Tanganika, sostiene i Pigmei Batwa, una delle tre principali componenti etniche del Paese, insieme agli Hutu e ai Tutsi. Una minoranza storica, fortemente emarginata, che oggi vive in estrema povertà e continua ad essere oggetto di discriminazione. Il progetto vuole contribuire al miglioramento delle loro condizioni di vita attraverso la creazione di sei cooperative, la formazione e l’accompagnamento di 300 persone per aiutarle a realizzare attività agricole e di allevamento che possano fornire loro un reddito. Un tentativo di coniugare assistenza immediata e sviluppo sostenibile, rispettando l’identità culturale dei Batwa e valorizzandone le potenzialità.
Anche il Programma “Integrated  Development througth Empowerment and Action for Tribals” (IDEA) in India è rivolto alle comunità tribali marginalizzate. Punta a innescare un processo di crescita, sensibilizzazione e presa di coscienza in 24 villaggi nei distretti di Khammam e Bhadradri Kothagudem, dove più del 50% della popolazione vive sotto la soglia di povertà è il tasso di scolarizzazione è meno del 40%. Prevede: formazione, educazione e sviluppo di capacità, salute e nutrizione, promozione di un corretto stile di vita. L’obiettivo è di migliorare la condizione delle comunità tribali e favorire uno sviluppo integrato nella prospettiva di una partecipazione al processo di governance locale, in particolare delle donne che – come sottolineato da Papa Francesco e ribadito da Papa Leone XIV nella Dilexi te (n.12) – sono “doppiamente povere” perché hanno “minori possibilità di difendere i loro diritti”.
Sempre per offrire dignità e speranza ai più vulnerabili in Perù la Diocesi di Chota sta avviando un Centro di formazione, cura e accompagnamento psicologico, in un territorio che si estende dai 100 ai 4.000 metri di altitudine, nella regione più povera del Paese. Solo nel 2024 sono stati segnalati 600 casi di violenza scolastica, ai quali si aggiungono numerosi episodi di violenza familiare e abusi. Il Centro risponde a un duplice bisogno: offrire cure e accompagnamento psicologico personalizzato a studenti, insegnanti, genitori e persone vulnerabili e, al tempo stesso, offrire opportunità di formazione. Ospiterà infatti anche laboratori per giovani e un programma strutturato per i genitori, con consulenza familiare ed educativa.
Piccoli barlumi che si accendono anche in zone devastate, come in Siria. La comunità di religiose nella zona di Midan ad Aleppo è composta da tre suore che, nonostante la situazione terribile dovuta al conflitto, cercano di restare accanto ai più indigenti. Guerra, violenze e sisma hanno precipitato il Paese al 6° posto al mondo per insicurezza alimentare. Le religiose, in collaborazione con donne e giovani volontari, si prendono cura direttamente di 300 persone, anziane o con problemi fisici, fornendo pasti caldi e assistenza domestica. Vengono anche consegnati buoni alimentari a 600 nuclei familiari e un contributo economico a 100 famiglie per la retta scolastica dei figli.
Tra i più poveri e vulnerabili ci sono anche i migranti e i malati ai quali si cerca di non far mancare segni di speranza. Come nell’Etiopia meridionale, presso il Vicariato Apostolico di Soddo, dove i Padri Spiritani stanno avviando un progetto di riabilitazione e reintegrazione sociale a favore dei migranti. Prevede coprogettazione e partecipazione degli 800 beneficiari diretti, con impatto indiretto su altre 4.000 persone, attraverso formazione professionale, supporto psichico e cura dei traumi, avvio di attività generatrici di reddito e programmi di sensibilizzazione della comunità. O come in Cambogia, dove il Vicariato Apostolico di Phnom-Penh, insieme all’Organizzazione Internazionale Douleurs Sans Frontieres, si prende cura dei malati cronici o terminali fornendo assistenza e cure palliative, con visite regolari e sostegno anche ai familiari.
Piccoli semi, capaci di portare frutto e offrire segni efficaci di speranza e di concretezza evangelica, anche nelle condizioni più estreme.