Conclusioni
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M Mons. Vincenzo Paglia
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Il contesto

Monsignor Vincenzo Paglia - Presidente della Commissione


Conclusioni

Queste tre preoccupazioni hanno trovato grande spazio nella proposta di riforma della Commissione. La base del continuum assistenziale che abbiamo disegnato, infatti, è costituita da servizi di rete e di monitoraggio per i più fragili e i più anziani, i 4 milioni di over 80 che vorremmo vedere tutti coinvolti. Riporto qui uno stralcio del documento di sintesi: «Tali servizi (di rete) consistono essenzialmente in una procedura di valutazione multidimensionale all’anno (avvicinandoci così allo standard europeo di molti paesi virtuosi) che permetta di definire, ove necessario, un piano assistenziale personalizzato, e quindi l’ingresso nel continuum ed anche nel tracciamento digitale. Tre ulteriori elementi caratterizzano questo servizio a bassa intensità ma massima diffusione:

a. la facilitazione e l’avvio di processi di inclusione sociale per una lotta sistematica alla solitudine ed all’isolamento sociale, di inclusione digitale (utilizzo di programmi e software, elementi di telemedicina) e culturale (corsi, apprendistato, eventi culturali ecc.)

b. La educazione sanitaria, la promozione della salute e la prevenzione

c. L’aiuto ed il sostegno nelle situazioni di emergenza (ondate di calore, pandemia, disastri naturali, ecc.)

Lo studio e la sperimentazione attraverso ben strutturati studi di settore potrebbero confermare e quantificare i benefici noti in letteratura e cioè la buona riduzione dell’uso dei Pronto Soccorso e dei ricoveri ospedalieri, della assistenza in RA o RSA e la miglior aspettativa di vita in condizioni di autosufficienza. La sperimentazione prevista riguarderà un ampio campione e rappresenterà un primo passo nel processo di implementazione dell’intero continuum e degli strumenti e sistemi digitali da introdurre».

Un altro punto cui abbiamo dedicato molto energie è quello dei “Centri diurni” per portatori di demenze o altre patologie croniche invalidanti, pensati nella duplice funzione di centri di animazione e cura, vorrei dire di riqualificazione urbana ma anche sociale, con una funzione già “riparativa” e già di ospitalità per queste persone. Queste strutture sono anche di sostegno alle famiglie ed ai caregiver, che potrebbero ricevere il sollievo di 8 ore quotidiane durante le quali i loro cari sono assistiti e si apre un sereno spazio di libertà per le altre incombenze.

La proposta infine impegna tutto il sistema sociosanitario in uno sforzo di trasparenza e di lotta all’abusivismo, perché non siano più tollerate le situazioni di vero e proprio sfruttamento degli anziani in case “abusive” (talora veri e propri lager) senza regole di accreditamento, senza trasparenza e senza controlli. Non vogliamo dimenticare gli orrori visti durante la pandemia ed anzi vogliamo farne occasione di cambiamento profondo e di slancio verso un sistema di cure centrato sulla abitazione.

La Carta disegna quel maturo senso civile dei diritti e dei doveri che una società ed una democrazia “alta” devono saper offrire ai loro cittadini anziani. Non è una proposta utopica. Partire dai più fragili, metterli al centro dell’attenzione, favorirà uno sviluppo inclusivo e diffuso: gli anziani sono anche un crocevia di economie - quella digitale, quella dei servizi, quella verde e quella dei consumi.