Sindrome di Down: una molecola naturale contrasta i deficit

Scritto il 09/05/2025
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AGI - Uno studio dell' Istituto di biomembrane, bioenergetica e biotecnologie molecolari del Consiglio nazionale delle ricerche di Bari ( Cnr-Ibiom) ha approfondito gli effetti della somministrazione della polidatina – un polifenolo di origine vegetale noto per le sue proprietà antiossidanti – nel contrastare le alterazioni cellulari della sindrome di Down, patologia provocata da una particolare aberrazione cromosomica: la presenza di una triplice copia (trisomia) del cromosoma 21, che ogni anno colpisce circa 3.000-5.000 bambini nel mondo (1 su 1000 neonati, secondo dati della World Health Organization).

Obiettivi e contesto della ricerca

La ricerca, pubblicata su Free Radical Biology and Medicine, si inquadra nel filone di ricerca del Cnr-Ibiom coordinato da Rosa Anna Vacca, che da anni studia le alterazioni molecolari alla base del complesso quadro clinico della sindrome con lo scopo di individuare principi attivi naturali capaci di:

  • Migliorare le disfunzioni dei mitocondri – le “centrali energetiche” delle nostre cellule
  • Ripristinare il corretto metabolismo energetico cellulare
  • Ridurre lo stress ossidativo, fattore chiave nello sviluppo neurologico e nell'invecchiamento precoce

Risultati dello studio

Lo studio è stato effettuato su cellule provenienti da aborti spontanei di feti, in parte caratterizzati da trisomia 21 e in parte sani, ovvero privi di alterazioni cromosomiche. È stato dimostrato che la polidatina:

  • Riattiva l'attività bioenergetica dei mitocondri
  • Riduce la produzione eccessiva di radicali dell'ossigeno
  • Previene i danni al DNA e l'invecchiamento cellulare causati da stress ossidativo
Questi effetti positivi sono stati riscontrati sia nelle cellule con sindrome di Down, sia in quelle sane.

La polidatina come integratore potenziale

“La polidatina, polifenolo estratto dalla pianta Polygonum cuspidatum da secoli usata nella medicina tradizionale asiatica, è al centro dei nostri studi da tempo, essendo già note le sue proprietà antinfiammatorie e antiossidanti: aiuta, cioè, a proteggere le cellule dai danni causati dai radicali liberi, molecole instabili che accelerano l'invecchiamento e le malattie”, afferma Rosa Anna Vacca (Cnr-Ibiom).

L'idea è di utilizzarla come integratore alimentare per gestire alcuni dei sintomi della sindrome di Down, da somministrare già nella primissima infanzia. La polidatina:

  • Non ha effetti tossici collaterali
  • È stabile, idrosolubile e si distribuisce efficacemente nel corpo
  • È un precursore del resveratrolo, noto per i benefici nelle malattie neurologiche

Collaborazioni e brevetti

Alla ricerca ha partecipato anche l'Istituto di farmacologia traslazionale del Cnr Roma (Cnr-Ift) con Giampietro Ravagnan. Gli studi su questa molecola hanno già portato a diversi brevetti internazionali depositati dal Cnr-Ift.

Scoperto un meccanismo d'azione chiave

Aggiunge Apollonia Tullo del Cnr-Ibiom: “Grazie a questa ricerca abbiamo compreso anche un altro, importante, meccanismo d'azione della polidatina: è in grado di abbassare i livelli di miR-155, una piccola molecola di RNA (microRNA) che ‘bersaglia' geni coinvolti in:

  • Bioenergetica mitocondriale
  • Controllo della qualità dei mitocondri
  • Formazione mitocondriale
Quando il livello di miR-155 è troppo alto – come nella sindrome di Down, poiché espresso dal cromosoma 21 in triplice copia – la polidatina lo normalizza, riattivando i geni fondamentali per la salute mitocondriale.”

Prospettive future per la sindrome di Down

“Questo aspetto – concludono le ricercatrici – rafforza l'idea che la polidatina possa diventare un candidato ideale per applicazioni cliniche future nella prevenzione di patologie associate alla sindrome di Down. Il malfunzionamento del miR-155 è infatti associato anche ad alcuni tipi di leucemie acute frequenti nei bambini affetti dalla sindrome.

In prospettiva, il nostro approccio potrà migliorare la qualità di vita delle persone con sindrome di Down.