AGI - "Gentilissima presidente del Consiglio, le scrivo con profondo rammarico per il commento che ho pubblicato su Instagram e che, in modo improprio, ha mancato di rispetto alla sua persona e alla funzione istituzionale che ricopre e per porle le mie più autentiche scuse". Comincia con queste parole la lettera che H.L., un ragazzo italo-cinese di 25 anni che vive a Milano, ha inviato stamattina, tramite il suo legale, alla premier Giorgia Meloni.
Il "pentimento" espresso nella missiva si riferisce alla frase 'Qualcuno le spari un proiettile in testa" che il 3 ottobre scorso H.L. ha postato in calce a un post pubblicato sul profilo Instagram della presidente del Consiglio. A quanto apprende l'AGI, il 13 novembre la Digos, su disposizione della Procura milanese, ha effettuato una perquisizione nell'abitazione del giovane che risulta indagato per 'istigazione a delinquere'.
L'impegno per una maggiore consapevolezza sui social
L'autore del post ha deciso di scrivere una "lettera di scuse" dopo essersi reso conto della "portata delle parole che ho scritto" impegnandosi "come forma di ammenda a diffondere, nel mio piccolo, un messaggio di maggiore consapevolezza e responsabilità nell'uso dei social network affinché errori come il mio non si ripetano e si possa contribuire a un confronto pubblico più rispettoso e civile".
L'impatto delle espressioni impulsive
"Ammetto che nel momento in cui ho digitato il mio commento non mi sono reso conto dell'impatto che l'espressione impulsiva può avere in un contesto pubblico come i social - si legge nella lettera scritta a mano in stampatello recapitata a Meloni via mail tramite il suo legale Fan Zheng, -. Dietro lo schermo la percezione si altera, si perde la misura, si dimentica che ciò che si scrive raggiunge persone vere con la loro dignità, il loro ruolo, la loro storia".
Sincero senso di vergogna e assunzione di responsabilità
H.L. aggiunge di non essere appassionato di politica e che il suo commento "non è in linea con ciò che sono" e che, una volta realizzato cosa ha fatto, prova un "sincero senso di vergogna e un profondo rammarico". "Mi assumo pienamente la responsabilità del mio gesto. Resto a disposizione per qualsiasi commento - conclude - e per manifestarle personalmente il mio rammarico qualora lo ritenesse opportuno".

