La struttura, attiva da nove anni, è stata voluta da Papa Francesco per garantire cure mediche alle persone in difficoltà e senza fissa dimora. Qui prestano il loro servizio gratuito i medici del Fondo assistenza sanitaria del Vaticano, quelli dell’Università di Tor Vergata e i professionisti dell’associazione Medicina solidale. Presso l’ambulatorio sono erogate gratuitamente ogni mese oltre 2mila prestazioni sanitarie.
(Foto Patimo/Sir)
Testimonianze. La fila è lunga. I più attendono il proprio turno con pazienza. Tante le esigenze, dai farmaci ai vaccini, dalle analisi del sangue ai controlli medici per varie patologie, fino al semplice bisogno di ascolto e di una parola amica che non giudica. In gran parte ci sono poveri dall’est Europa, senza fissa dimora. Alcuni si dicono cristiani, altri no, ma “le cure sono garantite a tutti”, racconta un giostraio rom. “Sono originaria della Polonia – dice una donna con difficoltà economiche -. Qui mi sento accolta e curata. I medici sono tutti bravi. Soffrivo di un’infiammazione alle gambe. Mi hanno assistito bene e ora sono tornata a camminare. Vengo qui tutti i martedì per controlli. Mi hanno anche curato l’udito fornendomi un apparecchio acustico. Le cure dell’ambulatorio sono più veloci rispetto a quelle dell’Asl”. “Sono a Roma da 25 anni – spiega una donna romena con sporte e valigie con sé sotto il colonnato -. Vengo qui all’ambulatorio per fare delle infiltrazioni alle ginocchia. Il ciclo di terapia è di dodici sedute e ora sono a metà”. Gli specialisti, ci tiene a sottolineare, “sono molti e ci aiutano gratuitamente. Ci mettono tanto cuore e passione, doti essenziali per un medico”. “Ho studiato 15 anni nel mio Paese – prosegue la donna – e ho svolto varie mansioni in Italia, in ambienti domestici e sanitari. Ora non ho un lavoro”.
“Per me chiedere aiuto è dignitoso, non ci si deve vergognare. Dovrebbe vergognarsi chi ruba, non chi chiede aiuto”.
Da qui “mi auguro prima di tutto la salute, poi il lavoro”, con la consapevolezza che “senza Dio non si va avanti”. “Vorrei ringraziare il Vaticano perché non ha dimenticato i poveri – dice un uomo originario della Romania -. Vivo a Roma da nove anni e non ho un lavoro fisso. Grazie ai Papi, Francesco prima e Leone ora, posso ricevere medicine e fare controlli gratuitamente. I poveri non sono dimenticati dalla Chiesa”.
Ridare dignità. L’obiettivo principale della creazione dell’ambulatorio “Maria Madre di Misericordia”, dichiara il direttore responsabile Massimo Ralli, “è stato quello di assistere i poveri e i bisognosi, fornire cure a coloro che non potevano accedervi a causa della mancanza di documenti o di accesso ad altri servizi, insomma, restituire dignità a queste persone attraverso un’assistenza sanitaria più ampia possibile”. Allo stato attuale l’ambulatorio conta circa un centinaio di medici e oltre 120 volontari tra infermieri, assistenti e paramedici che offrono la loro opera in maniera gratuita.
“Dignità, dunque, per tutte quelle persone fragili che in molti casi non possono curarsi perché non riconosciute o non autosufficienti”, testimonia Ralli.
Nuovo ambulatorio. In questi giorni, poi, sarà inaugurato l’ambulatorio San Martino, sempre in piazza San Pietro, non molto distante dalla sede originaria, che offrirà anche prestazioni di radiologia. Un nuovo servizio che permetterà di diagnosticare patologie polmonari e ortopediche. Altrettanto importante la testimonianza di uno dei cento medici che prestano servizio all’interno dell’ambulatorio, come Renzo Ioannilli, pensionato, specialista in medicina generale che si occupa principalmente dell’assistenza a pazienti affetti da patologie respiratorie o osteoarticolari: “La costante affluenza di indigenti dimostra che sono aumentate, altresì, malattie dermatologiche, oltre a disagi di tipo psichico. Inoltre, la popolazione assistita (circa cento pazienti giornalieri ndr.) è caratterizzata da persone povere, senza tetto e abbandonate, molti casi psichiatrici, ex tossico dipendenti ed ex carcerati”.
Scenario che, in una città come Roma che lotta da anni contro l’acuirsi della povertà, sicuramente smuove le coscienze e dà respiro al mondo del volontariato e della solidarietà verso i poveri che domenica 16 novembre verranno ricordati in occasione della loro Giornata mondiale tanto voluta da Papa Francesco. E come san Giuseppe Moscati insegna: “Non la scienza, ma la carità ha salvato il mondo”.
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