“Eternity” e “Stranger Things 5”: l’amore dopo la morte e l’amicizia contro il male tra cinema e serialità cult

Scritto il 06/12/2025
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Temi densi, declinati però con generi e soluzioni stilistiche originali, persino (felicemente) spiazzanti. Anzitutto al cinema dal 4 dicembre “Eternity” di David Freyne, il racconto della dimensione dell’Aldilà attraverso la formula della commedia romantica che interroga lo spettatore sui legami affettivi dopo la morte. Con Elizabeth Olsen, Miles Teller e Callum Turner. Su Netflix rilasciate le prime 4 puntate della serie cult “Stranger Things”, giunta all’ultima stagione. Al di là della cornice thriller fantastica, la serie si rivela un romanzo di formazione che mette a tema amicizia, genitorialità, paure individuali e collettive, con una trascinante confezione stilistica che omaggia gli anni ’80 e i suoi miti cinematografici e musicali.

“Eternity” (Cinema, 04.12.25)
Il grande interrogativo dell’uomo è la morte o, meglio, l’esistenza dopo di essa. Un pensiero che ha sempre attanagliato e stimolato scrittori e registi. Il cinema hollywoodiano ha proposto spesso dei titoli che si sono confrontati con l’argomento, in evidenza “Prossima fermata: paradiso” (1991) di e con Albert Brooks insieme a Meryl Streep e l’animazione Disney “Soul” (2020) di Pete Docter. Al cinema dal 4 dicembre troviamo una nuova proposta sempre “a stelle e strisce”, la commedia romantica “Eternity” scritta e diretta da David Freyne, con Elizabeth Olsen, Miles Teller e Callum Turner. Nel cast anche la Premio Oscar Da’Vine Joy Randolph. Targato A24, il film è stato presentato in anteprima al Torino Film Festival e lo distribuisce in sala I Wonder Pictures.
La storia. Stati Uniti oggi. Larry è un ott’antenne sposato con Joan; a una festa di famiglia si sente male e muore. Poco dopo si risveglia con il suo aspetto da trentenne in un luogo strano, uno scambio ferroviario: è un limbo dove transita per alcuni giorni prima di scegliere la sua destinazione di Aldilà. Larry ha come unico pensiero ricongiungersi con la moglie Joan. Quando la donna lo raggiunge si pone un problema: nel limbo lei ritrova sia Larry che il suo primo marito Luke, morto sessant’anni prima in guerra. Chi scegliere per trascorrere l’eternità?
“Mi è piaciuto molto lavorare con questa tela gigante – indica il regista – costruire l’architettura della stazione di scambio e giocare con infinite possibilità per tutte le eternità. Ma non ho mai
perso di vista il fatto che ciò che più desideravo fare era celebrare l’amore nelle sue molteplici forme”. Freyne perimetra bene il suo film: l’amore coniugale, chiamato ad affrontare il tempo e la sfida dell’Aldilà. L’opera parte con passo brillante e acuto, divertendosi a tratteggiare un non-luogo, uno spazio di anticamera che precede la vita ultraterrena. La dinamica del racconto poi procede speditamente sul sentiero della rom-com, esplorando il triangolo amoroso.
L’impianto narrativo funziona, intrigante e interessante, ben supportato dal cast e con una valida veste formale. Da rilevare a livello tematico la “banalizzazione” dell’Aldilà, la dimensione definitiva che ciascuna anima deve scegliere per il suo viaggio: dall’orizzonte cattolico ad altre religioni e credenze, ma anche sfondi tematici che ricordano spazi videoludici. Insomma, un’idea dell’Aldilà annacquata e senza sensibilità spirituali, priva di approfondimento e sostanza. L’Aldilà è solo un topos-espediente per vivacizzare il racconto sentimentale, per fare da sfondo alla commedia romantica. Consigliabile, problematico-brillante, dibattiti.

“Stranger Things 5” (Netflix, 27.11.25)
L’attesa è finita. Sono state rilasciate su Netflix dal 27 novembre le prime puntate di “Stranger Things 5”, e in pochi giorni la piattaforma ha stabilito un record: 59,6 milioni di visualizzazioni, il miglior debutto di sempre per una serie in lingua inglese sul colosso streaming. Firmata dai Duffer Brothers – ovvero Matt e Ross Duffer –, registi-sceneggiatori statunitensi, “Stranger Things” è un titolo di punta per Netflix dal 2016, al punto che la piattaforma ne sta centellinando gli episodi finali in più appuntamenti: i primi 4 appena rilasciati, altri 3 dal 26 dicembre e il gran finale il 1° gennaio 2026. Perché ha tutto questo seguito? E quali sono le novità di questa 5 e ultima stagione?
Anzitutto, va ricordato che la serie si muove su un terreno narrativo che accosta il romanzo di formazione alla commedia per ragazzi, virando poi con passo deciso nel thriller con sfumature horror; è inoltre un dramedy familiare che approfondisce il rapporto genitori-figli, lavorando soprattutto sull’assenza della figura paterna. Ancora, il racconto è un potente affresco della società statunitense anni ’80, delle sue frizioni politiche attraverso la polarizzazione tra blocco occidentale e sovietico, ma anche per il suo mood musicale, culturale e l’esplosione di colori pop dall’abbigliamento agli scaffali dei supermercati.
In particolare, i Duffer – classe 1984 – cesellano il racconto come un grande omaggio alla stagione cinematografica del decennio ’80: “E.T. L’extra-terrestre” (1982), “I Goonies” (1985), “Ritorno al futuro” (1985), “Ghostbusters” (1984), compresi titoli da brivido come “Nightmare” (1984). A questo si aggiunge una colonna sonora– oltre a quella splendida composta da Kyle Dixon e Michael Stein – che ha rispolverato brani come “Running Up That Hill” (1985) di Kate Bush e “Who Wants to Live Forever” (1986) dei Queen. Infine, tra i protagonisti c’è una delle più apprezzate attrici del periodo, Winona Ryder.
“Stranger Things” offre la fotografia sociale e familiare dell’America del tempo, abitata dal sogno di riscatto, che però in molti non riescono ad agganciare; nel racconto, infatti, compaio anche miserie e contraddizioni. A occupare un posto centrale sono i legami familiari e di amicizia. E l’amicizia si rivela il vero perno e motore del racconto: amici disposti a tutto, a rischiare la propria vita, pur di preservare i propri pari, la comunità di appartenenza.
I primi episodi della stagione 5, ammantati come prevedibile da una veste fosca, aprono il campo allo scontro finale dei giovani protagonisti, ormai liceali, con il mostro Vecna, ingombrante retaggio di sperimentazioni fuori controllo da parte di comparti governativi. La dinamica narrativa che si crea trova anche somiglianze con il capitolo finale della saga di “Harry Potter” di J.K. Rowling.
In attesa di vedere come i Duffer hanno gestito l’epilogo della loro saga cult, se sono riusciti a sottrarsi alla vertigine di attese e delusioni che hanno segnato il finale de “Il Trono di Spade”, va sottolineato che “Stranger Things” è una serie brillante e acuta, direzionata all’evasione con brivido. Ma oltre alla festa pop-celebrativa degli anni ’80 e dei loro simulacri, essa ci consegna un bel racconto formativo giocato su amicizia e solidarietà. Complessa, problematica, per dibattiti.

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